Confagricoltura contro i preconcetti Ue: le nostre carni sono più che “sostenibili” Xxxxxx Xxxxxx

Confagricoltura contro i preconcetti Ue: le nostre carni sono più che “sostenibili” Xxxxxx Xxxxxx
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Secondo uno studio elaborato dal dipartimento agricoltura Usa, la messa in opera delle indicazioni contenute nella comunicazione “farm to fork” (dalla fattoria alla tavola) e della nuova strategia per la biodiversità comporterebbe una diminuzione del 12% della produzione agricola in Europa. I redditi agricoli subirebbero un taglio del 16% e, allo stesso tempo, i prezzi al consumo salirebbero del 17%. IL PRESIDENTE ALLASIA

In merito il presidente di Confagricoltura Cuneo, Enrico Allasia, è categorico, ritenendo «preconcetti non corretti» quelli su cui si basa tale strategia. «La zootecnia cuneese non solo produce carni bovine, suine e avicole di elevata qualità e con caratteristiche nutrizionali di assoluto rilievo - afferma Allasia -, ma lo fa utilizzando metodi sempre più sostenibili e investendo in modo considerevole nel benessere animale».

UN VIDEO SU FARM TO FORK

Un video, realizzato dall’associazione “Carni sostenibili”, che riunisce i produttori italiani di carni e salumi, e da “European Livestock Voice”, che raggruppa gli organismi europei della filiera zootecnica, mette in luce da un lato come gli allevatori Ue siano già da tempo impegnati verso la sostenibilità ambientale, sociale ed economica, e dall’altro illustra i paradossi del Farm to Fork. Anzitutto le associazioni spiegano come sia stato proprio il consumo di proteine animali a favorire lo sviluppo del cervello umano.

PARADOSSI A CATENA

Un altro paradosso riguarda l’uso del suolo: è infatti falsa l’opinione secondo cui gli allevamenti sottrarrebbero terreni per le colture per l’alimentazione umana, visto che l’alimentazione animale si basa (86%) su parti vegetali e ricche in cellulosa come residui culturali (erba e fieno) non digeribili dall’uomo e che vengono convertite in proteine ad alto contenuto biologico.

Un ulteriore paradosso riguarda l’ambiente. Dove c’è allevamento ci sono persone che custodiscono un territorio, evitandone l’abbandono e la perdita di biodiversità.

CAPRO ESPIATORIO Carne sempre più capro espiatorio per quanto concerne le emissioni di Co2: un grave errore se si considera che una persona contribuisce a tali emissioni più con un volo aereo Roma-Bruxelles che con un consumo moderato di carne per un anno. E ancora, l’Unione europea chiede un progressivo ridimensionamento del settore zootecnico continentale, ma ciò, inevitabilmente, potrebbe costringere ad importare carne con tutta una serie di ripercussioni negative.

La Commissione europea vuole ridurre del 20% i fertilizzanti aumentando del 25% le produzioni biologiche entro il 2030, ma per l’agricoltura biologica è necessario il bestiame il cui letame permette di fertilizzare il suolo senza l’uso di concimi chimici. Non vanno dimenticate inoltre le ricadute sulle zone rurali che, senza allevamenti, tornerebbero a spopolarsi. Attenzione anche alla tutela del patrimonio gastronomico e culturale.

SOSTIENE BRUNA

Nota Marco Bruna, responsabile Confagricoltura a Saluzzo-Savigliano «Una tale strategia potrebbe avere delle serie ripercussioni anche sulle migliaia di allevamenti attivi nella nostra provincia, già alle prese con le conseguenze negative della pandemia e con un brusco calo generalizzato delle quotazioni. Il dibattito in questo momento sembra cavalcare l’onda dell’emozione, ma solo la scienza può aiutare a capire come organizzare su scala globale una produzione realmente sostenibile, ma che garantisca cibo per tutti».

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