L’esame urgente? Fra tre mesi... a Biella

Egregio direttore, sono una sua lettrice e volevo approfittare della disponibilità del giornale per far presente un problema che, credo, riguardi non solo me ma parecchie altre persone.

Purtroppo, a causa di seri problemi di salute, da qualche tempo devo sottopormi a controlli medici periodici.

A seguito della vicenda del Covid è stato istituito un centro unico di prenotazione regionale a cui è praticamente impossibile accedere. E se si riesce a prendere la linea bisogna armarsi di santa pazienza e mettere nel conto di aspettare al telefono anche delle mezzore.

Dopo alcuni giorni che facevo tentativi, venerdì sono finalmente riuscita a prendere la linea e mi è stato detto che il primo posto libero per l’esame radiologico di cui necessito era a metà di luglio e avrei dovuto recarmi da Saluzzo a Biella per eseguirlo.

Premetto che si tratta di problemi di salute seri.

Mi chiedo: possibile che in nessuno degli ospedali della provincia di Cuneo non ci fosse un posto disponibile? E se non ci fosse stato nel Cuneese almeno a Torino?

Perché si è voluto centralizzare il servizio di prenotazioni?

Quali vantaggi si pensava di ottenere?

È giusto che pazienti oncologici per effettuare i controlli periodici loro richiesti debbano sottoporsi a simili trasferte?

Abbiamo visto che ogni accentramento di servizi, specie nella sanità, si è rivelato poco funzionale e, in questo caso, ai limiti della praticabilità.

Ho avuto modo di constatare che altri pazienti, nella mia stessa situazione, hanno dovuto affrontare identico travagliato percorso.

Sono certamente da apprezzare i grandi sforzi che si stanno facendo per combattere l’epidemia da virus. Ma ritengo pericoloso, e non lo dico soltanto per me, trascurare o comunque mettere in secondo piano il grande lavoro che si è fatto nel corso degli anni per quel che riguarda la prevenzione ai tumori.

Le comunico il mio nome, ma per ovvie ragioni preferirei che non comparisse sul giornale.