Eccidio, venerdì si presenta il libro
Sarà visionabile on line venerdì 5 febbraio la presentazione del libro “Eccidio di Ceretto: cronaca di un eccidio” da poco dato alle stampe. Si potrà inoltre interagire con i relatori chiamati dall’autore Livio Berardo a trattare le vicende storiche del periodo tra il 1943 e il 1944.
La nuova edizione del libro (Saluzzo, Fusta, 2021), rifatto alla luce dei documenti tedeschi e delle carte della Corte d’assise straordinaria, risponde alle domande: chi ne furono gli autori? quale “logica” li guidava? perché nel dopoguerra i parenti delle vittime non ebbero giustizia?
Ne discutono on line venerdì 5 febbraio alle 21, con i sindaci di Busca e Costigliole, Paolo Pezzino (presidente Istituto “Parri”), Carlo Gentile (Università di Colonia) e Guido Neppi Modona (ex vicepresidente della Corte costituzionale). Conduce Anna Cavallera. Si può seguire l’evento sul canale You Tube del comune di Busca oppure collegandosi al link inviato su richiesta.
Osserva il sindaco di Costigliole Fabrizio Nasi: «La collaborazione tra i Comuni di Busca e Costigliole ha fatto sì che questa tragedia umana sia costantemente ricordata. Il libro, ideato nel 1974 dal nostro partigiano Giovanni Sola e scritto dal professor Livio Berardo, con questa nuova edizione approfondisce il martirio dei nostri 27 caduti a ricordo e a monito delle future generazioni».
Il primo cittadino di Busca Marco Gallo: «Il ricordo di quella tragedia è quanto mai attuale. Ben venga, perciò, la riedizione del libro di Livio Berardo, che si arricchisce di nuovi contributi sui fatti che portarono a quel famigerato 5 gennaio e racconta, soprattutto, cosa è successo negli anni successivi e dice chi furono gli autori di quel massacro».
L’OPERA DI BERARDO
A metà dicembre del 1943, per stroncare la crescente formazione di bande di resistenti nelle valli cuneesi, il Comando tedesco 1020 programmava “dieci azioni di guerra”. Le realizzava fra il 29 (Frabosa Sottana) e il 12-13 gennaio 1944 (Valgrana). Il bilancio: 242 "nemici" uccisi, 300 case bruciate o distrutte. Si trattava di dieci eccidi, contando una volta sola i raid compiuti dalla medesima formazione nello stesso ciclo di rastrellamenti in più comuni confinanti.
Uno dei più efferati, perché non rispondeva alla presenza di basi partigiane, tutt’al più a quella di un gruppo di sbandati, fu quello di Ceretto, in cui vennero trucidati nelle loro case o al lavoro nei campi 27 civili. Era il 10% degli abitanti della frazione posta a cavallo fra Busca e Costigliole, il 20% della popolazione maschile in età lavorativa, un colpo esiziale per una comunità contadina che ha impiegato anni per uscire dal dolore delle perdite umane e dalla miseria provocata dal rogo delle abitazioni e degli attrezzi.