Trappole in collina, sale la paura Feci umane nel lavandino
Ha fatto molto discutere negli ultimi giorni il ritrovamento di una trappola sul sentiero che da Manta e Verzuolo porta a Santa Cristina. Un rudimentale ma pericolosissimo ferro di cavallo costruito per essere fissato nella terra in modo stabile e permanente, da cui, rivolti verso l’alto, emergono tre acuminati spuntoni, facilmente occultabili da fogliame e verde.
Quelli che avevamo inizialmente considerato gli autori del video ci hanno contattato per smentire: loro hanno esclusivamente condiviso sui social le immagini girate da alcuni amici. Si tratta di un gruppo di bici-appassionati che nei ritagli di tempo si diletta a pulire i sentieri e mantenere agibili i percorsi su due ruote o anche a piedi nella zona di Manta e Verzuolo.
Chiedono l’anonimato e non negano di essere impauriti: una persona che posiziona trappole del genere - è opinione comune - potrebbe essere pronta a tutto. Ma confermano che non si tratta di un caso isolato: in passato sono stati rinvenuti nella stessa zona strumenti atti a ferire le persone e danneggiare i mezzi in transito.
Il gruppo di appassionati di mountain-bike e natura puntualizza: «Nessuno deve mettere in discussione il concetto di proprietà privata: vicini alle case di altri, dove sorgono campi o frutteti coltivati, dove ci sono segnali, recinzioni, o qualsiasi forma di divieto non si deve passare. Però esistono tante aree boschive abbandonate, di cui spesso gli stessi proprietari non sono al corrente, dove molti volontari, a Manta anche un gruppo di giovani, passano con un decespugliatore, un rastrello, tagliano le “runse”, spostano e cippano i rami o i tronchi abbattuti dalla neve. Un servizio gratuito che, a maggior ragione dopo la pandemia, tanti residenti, che hanno cambiato le loro abitudini riscoprendo il piacere di una passeggiata nel verde, hanno apprezzato».
Il gruppo non punta il dito contro nessuno: il posizionatore di trappole potrebbe essere un proprietario assillato dal passaggio delle bici ma anche una persona che ha un accanimento personale. Resta la condanna per un atto vigliacco, che può colpire chiunque e va respinto senza se e senza ma.