Cresce la febbre del Giro che tornerà in Piemonte Dopo le dolomiti, le salite della valsesia

Cresce la febbre del Giro che tornerà in Piemonte Dopo le dolomiti, le salite della valsesia
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Cresce la febbre del Giro. Con l’impresa di domenica sullo sterrato di Campo Felice, dove ha conquistato la maglia rosa, Egan Bernal (Ineos) ha confermato i pronostici della vigilia che lo davano come favorito per la vittoria finale. Il colombiano (ma da tempo residente in Italia, nel Canavese) è stato fra i migliori corridori nei primi mesi del 2021. Terzo al Tour de la Provence vinto dal compagno di squadra Ivan Sosa, è stato secondo al Trofeo Laigueglia dietro Mollema e ancora terzo alla massacrante Strade Bianche dominata da Van der Poel. L’ultimo piazzamento ottenuto, prima della Corsa Rosa, è il quarto posto alla Tirreno-Adriatico di metà marzo. Da allora, anche per problemi alla schiena, il vincitore del Tour de France 2019 ha preferito proseguire la preparazione per il Giro in altura.

E i risultati si vedono.

Uscito di scena il basco Mikel Landa, che si è rotto la clavicola a 4 km dal traguardo di Cattolica uscendo dalla gara, a contendere il titolo a Bernal rimangono Evenepoel e Vlasov, rispettivamente secondo e terzo in classifica dopo i primi dieci giorni. La sorpresa potrebbe essere Ciccone (quarto): il gregario di Nibali sembra molto più in forma del capitano, già staccato di oltre due minuti. Ma lo Squalo è capace di grandi imprese sulle montagne. E infatti i suoi tifosi lo aspettano sullo Zoncolan di sabato 22 maggio e poi nel tappone dolomitico di Cortina, di lunedì 24.

Dopo la tre giorni iniziale, il Giro tornerà in Piemonte alla 19ª tappa di venerdì 28 maggio, da Abbiategrasso all’Alpe di Mera in Valsesia (1531 metri), dopo 176 km. Due gli altri Gran premi della montagna in precedenza: il Mottarone e il Passo della Colma. Il giorno successivo, sarà un’altra tappa per scalatori, da Verbania a Valle Spluga Alpe Motta (164 km). Passaggio in Svizzera, verso Ascona e Locarno, poi tre gran premi della montagna: il Passo San Bernardino, lo Spluga e arrivo all’Alpe Motta (1727 metri).

Su queste strade della Valchiavenna al Giro del 1965 Vittorio Adorni, in maglia rosa, si involò tutto solo per conquistare a Madesimo una delle sue vittorie epiche. E Bruno Raschi, sulla Gazzetta, scrisse: «È il più bel rosa dopo Coppi».

Incognita finale, l’ultima tappa di domenica 30 maggio, una cronometro di 30 km da Senago al Duomo di Milano.

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