Piccoli frutti avanti tutta Mirtilli e lamponi boom Xxxxxx

Piccoli frutti avanti tutta Mirtilli e lamponi boom Xxxxxx
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Mirtilli a 15 euro al kg, lamponi fino ai 20 euro, more e ribes addirittura a 23. Tutti pazzi per i piccoli frutti, in questo primo scorcio di stagione. Le quotazioni registrate dall’Osservatorio di Italian Berry sulle principali piazze urbane lo dimostrano, a partire da Torino. Qui sono state prese in esame 22 insegne di 15 grandi gruppi: Aldi, Banco Fresco, Bennet, Borello, Carrefour, Carrefour Express, Carrefour Market, Conad, Coop, Dpiù, Eurospin, Il Gigante, In’s, Lidl, Md, Mercatò, Pam, PamLocal, Penny, Sigma, Spazio Conad, U2.

Nota importante: il 56% delle referenze mirtillo è venduto in confezioni di peso netto pari a 125 grammi, mentre all’estero - soprattutto nel Regno Unito - l’offerta è assai più articolata.

Nelle principali zone di produzione (Piemonte, Veneto e Trentino) i danni causati dalle gelate primaverili non avranno un grave impatto sulla disponibilità, per cui i produttori si aspettano un buon raccolto anche grazie all’aumento delle superfici in produzione.

Una nota positiva perché la domanda è in crescita anche in Italia e la grande distribuzione organizzata reclama ogni giorno maggiore disponibilità di prodotto di origine nazionale. Per i lamponi non è lontano l’obiettivo di garantire la fornitura di lampone italiano 12 mesi l’anno, mentre per i mirtilli l’obiettivo sembra più difficile da raggiungere.

Ma questo non preoccupa chi deve portare il prodotto sugli scaffali: i piccoli frutti spingono sulle frontiere italiane e non c’è settimana dell’anno in cui non si possa fare affidamento su prodotti di importazione per coprire le eventuali carenze di prodotto nazionale. Vale a dire, i lamponi da Marocco, Spagna e Portogallo (e occasionalmente dal Messico via aerea), i mirtilli da Marocco, Spagna (in primavera) e Polonia, Perù e Cile (in autunno e inverno).

La produzione di mirtilli raggiungerà presto i 2 milioni di tonnellate a livello globale e i mercati sono già pronti ad assorbirli tutti. In Italia non è ancora stato acceso il turbo in questa categoria: in Inghilterra i consumi sono cresciuti dell’8% ogni anno negli ultimi 25 anni fino a cumulare un incremento record del 600%.

Ma la filiera nazionale - come sottolinea Thomas Drahorad, guru dei piccoli frutti - «ha una carta decisiva da giocare: non è stata ancora messa in campo un’iniziativa seria e organica di promozione della filiera. Se ci fosse un’iniziativa istituzionale di promozione dei consumi della categoria ne beneficerebbero tutti: produttori, confezionatori e grande distribuzione».

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