La transumanza dei Luvertin per i 10 anni di matrimonio

La transumanza dei Luvertin per i 10 anni di matrimonio
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L’estate è ormai alle porte e la stagione dei pascoli è incominciata. Sono molti i pastori che in questo periodo iniziano a trasferire il bestiame sulle alture delle nostre valli.

Sabato scorso il rito della transumanza ha coinvolto la famiglia di Jessica Cravero e Claudio Biei, titolari dell’azienda agricola “I Luvertin” di Barge.

Un evento speciale. I due giovani hanno deciso di celebrare i 10 anni di matrimonio partendo, vestiti da sposi, dalla loro azienda in località Torriana di Barge con i loro 5 figli e con un gregge di circa 100 capre, alla volta dell’alpeggio sul Monte Bracco.

Prima di raggiungere la méta, dopo aver attraversato i boschi, Claudio e Jessica si sono fermati alla Certosa del Mombracco per ricevere la benedizione del parroco di Barge don Andrea Borello. A seguito del rinfresco e del pranzo, la famiglia è ripartita verso i pascoli estivi, percorrendo in totale, dall’azienda alla cima del monte, una decina chilometri.

LA NASCITA DELL’AZIENDA

Spiegano Jessica e Claudio: «L’idea di fondare un’azienda agricola è nata sette anni fa con l’intento di intraprendere uno stile di vita più sano e naturale. Ci siamo attivati per cercare un posto sul Monte Bracco, abbiamo trovato un terreno e delle costruzioni abbandonate di una vecchia cascina sul versante Torriana. Dopo aver recuperato i terrazzamenti, abbiamo costruito la nuova stalla e acquistato le capre».

Da quel giorno, Jessica si occupa della mungitura e di curare la caseificazione, continuando a svolgere il suo ruolo di mamma dei magnifici cinque figli.

LA GIORNATA TIPICA

Racconta Claudio: «Si incomincia a lavorare alle 5 di mattina, Jessica si alza, munge le capre, si mangia colazione tutti insieme. Dopodiché inizia la lavorazione del latte per produrre il formaggio, operazione che dura tutta la mattina e parte del pomeriggio. Il tempo libero è davvero poco».

IL FUTURO

Spiega Jessica: «Per il futuro vorremmo aumentare il numero di capre, realizzare una didattica in azienda legata ai diversamente abili e una per i ragazzi normodotati».

LA VITA IN ALPEGGIO

Dicono gli “sposini” della montagna: «Stiamo circa 4 mesi e mezzo in alpeggio e riusciamo a muoverci con un’automobile quando occorre. Abbiamo deciso di abbandonare le comodità anche per garantire una vita diversa ai nostri figli, che intendiamo crescere a contatto con la natura. Ma non ci sentiamo soli: abbiamo una comunità sui social che ci segue e supporta costantemente».

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