Gioca nella nazionale sordi Dai campi del saluzzese al sogno delle Olimpiadi

Gioca nella nazionale sordi Dai campi del saluzzese al sogno delle Olimpiadi
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Edoardo Covino, studente morettese della classe V dell'istituto Denina Pellico Rivoira, pratica il calcio da 15 anni. E adesso sogna le Olimpiadi. Edoardo Covino è uno dei maggiori talenti della nazionale italiana di calcio. Centrocampista offensivo, al momento gioca nell'under 21, calcio a 5, della Federazione Sport Sordi Italia: nell'ambito del campionato italiano giovedì 14 maggio la sua squadra “Real e non solo” ha vinto lo scudetto a Chiuduno con quattro vittorie su quattro. La sua squadra è ufficialmente qualificata alla Deaf Champions League, già vinta nel 2018, che si terrà i primi di ottobre. Nella stessa occasione Covino ha ricevuto il riconoscimento di capocannoniere (14 goal in 4 partite).

A Reggio Emilia dal 27 al 29 maggio giocherà il campionato di calcio a 5 nella prima squadra del Gss Torino. Seguirà il campionato di calcio a 11 con il Venezia, a Roma nei giorni 5 e 6 di giugno. L’obiettivo di Edoardo è quello di riuscire a vincere entrambi i campionati.

È stato chiamato dalla Nazionale azzurra di calcio a 5 per il raduno di Cantalupa a metà giugno.

«Ho iniziato a giocare a 5 anni nel Moretta – racconta Covino -, in seguito nel Saluzzo e nel Pancalieri, ma ora sono nuovamente al Moretta (capitano della Juniores, con alcune presenza già in prima squadra), con la speranza di potervi restare a lungo».

E continua: «La prima chiamata della Nazionale è arrivata a 16 anni, nel 2018, per il raduno di Paratico. C’è stata una seconda chiamata nel novembre del 2019 per il raduno di Castel Rozzone, ma poi la pandemia ha bloccato tutto. Dopo aver ricevuto la terza chiamata per Tagliacozzo, ho partecipato al raduno dall’8 al 10 maggio 2021, un’esperienza fantastica motivata dalla speranza di rientrare tra i 18 atleti ufficiali per le Olimpiadi per i non udenti del 2022 in Brasile: sarebbe davvero importante indossare la maglia della Nazionale, un orgoglio per me e per la mia famiglia. A questo proposito devo ringraziare con tutto il cuore mio padre e mia madre per aver creduto in me».

Covino racconta così il suo percorso di crescita, nel calcio come nella scuola: «Ho superato facilmente le difficoltà che ho incontrato sul percorso scolastico dovute alla mia sordità, perché questa caratteristica non mi ha mai spaventato, anzi, mi ha reso ciò che sono. Riscontro maggiori difficoltà in questo momento: penso di poter parlare sia a nome mio che della maggior parte dei sordi dicendo che è una cosa difficile e, a volte, anche imbarazzante per noi rapportarci con gli altri attraverso una mascherina, però non ci vergogniamo comunque della nostra sordità».

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