Arnolfo sfida Rubiolo per la presidenza Csea

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Nel giugno 1946 l'Italia visse la svolta più profonda dell'unificazione nazionale. Ne furono protagonisti la Corona, il governo e la Corte Suprema di Cassazione. Il 2-3 giugno gli italiani scelsero la forma dello Stato ed elessero l'Assemblea costituente. Dal 4 al 10 re Umberto II e il Consiglio dei ministri procedettero su binari paralleli: colloqui e messaggi.

Poi tutto precipitò, per crisi interna, non internazionale. Il 5 marzo a Fulton, presente Truman, presidente degli Usa, il premier inglese Churchill aveva denunciato la “cortina di ferro” calata dall'Urss di Stalin dal Baltico a Trieste per schiacciare ogni libertà nell'Europa orientale. Con la resa del settembre 1943 Vittorio Emanuele III e i suoi generali/diplomatici ancorarono saldamente all'Occidente, ma per gli inglesi essa andava esclusa per sempre dal club delle Grandi Potenze, mentre per gli americani la monarchia non era indispensabile al futuro del Paese.

Secondo l'Istat il 31 dicembre 1945 gli italiani con diritto di voto erano circa 28 milioni. Ai seggi ne andarono quasi 25 milioni. I 3 milioni mancanti non furono “astenuti” ma “esclusi”.

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