«A Revello ho trovato una “famiglia” Tutti portano idee e ci fanno crescere» DON MARIANO TALLONE guida la parrocchia dal 2019

Ha lasciato la parrocchia di Saluzzo nel 2018, dopo 11 anni trascorsi al Duomo.
Don Mariano Tallone, aveva fatto ingresso nella capitale del Marchesato il 1° agosto del 2007, succedendo a don Michele Priotto. È stato destinato dal vescovo Cristiano Bodo alle parrocchie di Revello e San Firmino, dove si è insediato ufficialmente il 29 settembre del 2019. Siamo quindi prossimi al primo biennio di servizio pastorale in loco.
Don Mariano, come è stato il suo arrivo a Revello, dopo 11 anni in città?
«Revello mi ha accolto bene fin da subito. La comunità è solida e coesa. Sono stato piacevolmente colpito dalla grande partecipazione alla vita della parrocchia. Non solo la fascia tradizionale degli adulti e la terza età, ma anche i giovani sono attivi e interessati. È facile ambientarsi quando si trova un clima sereno. Io a Revello mi sento amato, per me è un grandissimo valore».
In questo lungo periodo di pandemia e di chiusure, anche il “mestiere” di parroco è risultato più difficile. Come è riuscito a tenere unita la comunità?
«Se abbiamo superato questa fase il merito va condiviso con i parrocchiani. Mi ha fatto molto piacere comprendere come, anche in un momento particolare come quello vissuto, sia stato facile riuscire a lavorare insieme. La comunità revellese è sempre stata presente nonostante lo stop forzato, e insieme abbiamo trovato modalità nuove per restare collegati e mandare avanti le iniziative parrocchiali».
Vi siete organizzati con celebrazioni online?
«Mettere a punto strumenti adeguati, utilizzando le tecnologie a disposizione, è stato fin da subito uno dei nostri obiettivi. Abbiamo attivato un canale Youtube parrocchiale ed abbiamo trasmesso la messa quotidiana. Poi siamo andati in streaming con la messa festiva, infine ci siamo organizzati per le celebrazioni trasmesse su di un maxischermo all'interno del cortile dell'oratorio, all'aria aperta».
Ora che stiamo gradualmente tornando alla normalità, che idea si è fatto del prossimo?
«Mi piacerebbe avviare delle collaborazioni strette, vere e proprie interazioni dal punto di vista comunitario e sociale, volte all'aiuto e alla socialità. L'obiettivo di un parroco è sempre quello di far crescere la propria comunità. E devo dire che in questo percorso ho trovato sponde preziose e partecipi nell'amministrazione comunale e nella scuola».
Rispetto a Saluzzo, dove le situazioni e i numeri sono diversi, è cambiato il suo modo di operare?
«Certamente Revello è una realtà più contenuta, dove tutti si conoscono e le relazioni sono più strette e quindi ci si misura a vicenda. È un mondo più piccolo, ma non per questo meno vivace. Qui ci sono molte cose belle. Ho avuto la fortuna di trovare catechiste e animatori propositivi, in tutte le iniziative. Un parroco da solo può fare poco, ma se è parte di una grande famiglia, in cui ognuno si impegna e mostra interesse al bene comune, può raggiungere risultati impensati. E a Revello ci sono tutte le condizioni per camminare insieme e andare lontano».