Sei ore di attesa per una ferita al sopracciglio
«Mio figlio, cadendo in cortile, si è riportato una ferita importante, appena sopra l'arcata sopracciliare. Dopo aver fatto il triage, ci hanno messo in codice verde, ed abbiamo dovuto aspettare la chiamata dalle 14,30 alle 20 circa. Il medico ha impiegato pochi minuti per suturare mio figlio, ma che senso ha fare aspettare sei ore un bambino in quello stato?».
E’ il racconto di Cristina, giovane mamma saluzzese, simile a quello di tante persone che, come lei, si sono dovute rivolgere al Pronto soccorso dell’ospedale di Savigliano.
Un “Pronto” congestionato, che pare costantemente “al limite” e sotto stress. Sono molte le testimonianze di persone che hanno vissuto la stessa esperienza di Cristina.
Martina, residente in valle Po, la scorsa settimana si è recata a Savigliano, in seguito ad un serio problema di salute. «Non avessi reputato serio il mio stato di salute non mi sarei rivolta al Pronto - riferisce Bertone -. Sono arrivata alle 21, e dopo essere stata trattata in modo piuttosto brusco dal personale al triage, sono stata considerata un “codice verde”, anche se i sintomi che avevo, secondo me, potevano essere compatibili anche con patologie più gravi».
Martina ha dovuto attendere fino alle tre del mattino, prima di essere presa in considerazione: «I medici - aggiunge - sono stati molto gentili e disponibili, ma non ha nessun senso dover aspettare tutte quelle ore».
È andata “meglio” a Giulia, che la scorsa settimana si è recata a Savigliano, in seguito alla conseguenza dovuta ad una piccola infezione non curata. «Sono arrivata all'ospedale con un codice verde, e dopo tre ore ero “già” fuori. Sono stati molto veloci e competenti, ma ho la sensazione di essere stata particolarmente fortunata ad arrivare nel momento giusto».