La scuola è finita Ora uscite di casa

La scuola è finita Ora uscite di casa
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Venerdì scorso si è concluso l'anno scolastico e io mi sono congedato dai miei amati studenti con un piccolo discorso che vorrei riproporvi qui.

«Vi vorrei salutare continuando a rivolgermi a voi senza chiamarvi “allievi”, bensì miei “compagni di classe” perché se io vi ho insegnato alcune cose è molto più quello che ho imparato da voialtri. Innanzitutto vi esorto a credere di più in voi stessi perché siete speciali, ognuno con le sue peculiarità e capacità, quelle che davvero poi contano nella vita reale, fuori dalle quattro mura di una scuola. Per questo vi ho sempre detto di non badare troppo ai voti.

Come vi ho ripetuto più volte, nella vita non dovete rincorrere il successo a tutti i costi e soprattutto quel genere di “successo” come spesso lo intendono i teenagers, fatto di soldi, automobili di lusso e mille like o follower sui social. Ricordatevi che per essere dei “vincenti”, non dovete necessariamente andare a studiare o lavorare all'estero, lontano dalla vostra patria e dalle persone che amate e che vi amano; o diventare calciatori famosi, concorrenti del Grande fratello, influencer, amministratori delegati, capitani d'industria...

Pensate a trovare una persona da amare e con cui poter condividere un progetto di vita insieme, magari diventando poi genitori e ricordandovi sempre che tutto quello che fate, mamma e papà lo hanno già fatto prima di voi, e loro per voi ci saranno sempre.

Circondatevi di persone con cui potete passare il vostro tempo senza dover fare a gara su chi è più bello. Gli amici con la A maiuscola, sono quelli cui si possono confidare i propri problemi, le proprie insicurezze. E sono i soli che ci saranno nel momento del bisogno.

Tenete sempre vive le vostre passioni, la curiosità, il fanciullino pascoliano che abbiamo studiato insieme e che c’è in voi. Non pensate solo al lavoro, ma seguite e sviluppate i vostri hobby. Fate sport senza dover necessariamente diventare atleti. E staccatevi un po' da quei maledetti cellulari e uscite perché la vita è là fuori.

Un’ultima cosa: quando mi incontrerete sotto i portici, datemi pure del “tu”, come si fa con un amico».

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