Cinema Magda Olivero: proiezione del film "La scomparsa di mia madre"

Cinema Magda Olivero: proiezione del film "La scomparsa di mia madre"
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LUNEDI’ 18 OTTOBRE / ORE 21
CINEMA TEATRO MAGDA OLIVERO
Proiezione di “LA SCOMPARSA DI MIA MADRE” (DI BENIAMINO BARRESE)
In collaborazione con UCCA
La rassegna cinematografica “Diritti e Rovesci” del Cinema Teatro Magda Olivero di Saluzzo
prosegue lunedì 11 ottobre alle ore 21 con la proiezione del film “La scomparsa di mia madre” di
Beniamino Barrese, in collaborazione con UCCA.
Durante il casting per un film a lei dedicato, alcune modelle cercano di entrare nel personaggio della
top model Benedetta Barzini, la prima modella italiana a comparire nel 1963  in America per
volere della leggendaria fashion editor Diana Vreeland. Ma quest'inizio in chiave fiction, con luce
artefatta da photoshooting è un depistaggio: qualcosa che, per contrasto, faccia risaltare la reale natura
di Barzini, imponendosi con forza su quella bidimensionale, amplificata dalle passerelle, dalle cover
di riviste come  Bazaar agli altri media. Ho passato la vita a filmare e fotografare mia madre, senza sapere perché. È stata la mia prima
modella, la mia preferita. Quando mi ha detto di aver deciso di andarsene e di non tornare mai più,
ho capito che non ero pronto a lasciarla andare , racconta il regista Beniamino Barrese, nonchè figlio
della celebre fotomodella.
“La scomparsa di mia madre” non vuole essere una fiction né un documentario informativo,
celebrativo o testamentario. Anzi, non vengono fornite coordinate su famiglie e parentele e viene
sintetizzato il periodo newyorkese trascorso a braccetto con star dell'arte e del jet set. Barrese è molto
concentrato sulla ricerca di riappropriazione di un'immagine nella sua autenticità, sul tentativo di
sottrarre un viso, un corpo, allo sguardo della moda e alla sua rappresentazione convenzionale per
restituirlo ai momenti più ordinari, agli atteggiamenti meno glamour. Al tempo stesso è il sogno di
comporre e trattenere, da figlio, l'essenza di una super madre. per di più riluttante ad essere ripresa e
ad essere seguita nella sua quotidianità post hippie vissuta però con la stessa nonchalance di quando
posava davanti agli obbiettivi di noti fotografi. Il regista - ma meglio sarebbe dire i registi, visto che
ciò che deve stare in campo è frutto di una negoziazione continua tra madre e figlio - rende conto
della loro relazione fusionale ma anche di un percorso emblematico di emancipazione: l'evoluzione di
una donna che si è sottratta consapevolmente allo stesso sistema capitalista di cui è stata meccanismo
per oltre un decennio. E che poi da giornalista, docente di antropologia della moda, femminista ne ha
smontato il linguaggio e la violenza. Se al centro del discorso, oltre al desiderio di fuga e anonimato
della protagonista, spicca forte l'amore incondizionato e parossistico tra i due. Il ritratto di donna
anticonvenzionale, che qui gioca sempre a depotenziare, demistificare se stessa trova una propria
forma anche nella scelta di usare il più possibile la luce naturale e nell'armonia tra materiali e supporti
diversi: il digitale della camera a mano, la pellicola a 16 e 35mm degli anni del successo e della prima
maternità, gli home movies video sgranati di Barrese ragazzino, gli inserti televisivi. Che il desiderio
di scomparire sia effettivo o simbolico non è poi così rilevante: resta un insistente appello a
rivendicare la propria indipendenza e individualità, che si muove tra cenni biografici, gesti prosaici in
spregio all'ossessione estetica e rari lampi di tenerezza e gioco.
Ingresso 5 euro, gratuito soci Arci.
www.cinemateatromagdaolivero.it

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