Dati in controtendenza rispetto alla media nazionale, la Città della Salute primo ospedale in Italia Donazioni organi e trapianti, la Regione Piemonte è virtuosa: Torino e Alessandria poli di eccellenza

Dati in controtendenza rispetto alla media nazionale, la Città della Salute primo ospedale in Italia Donazioni organi e trapianti, la Regione Piemonte è virtuosa: Torino e Alessandria poli di eccellenza
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Dati in controtendenza in Piemonte rispetto alla media nazionale (ed estera) sulla donazione degli organi e i trapianti: se nel 2020 la pandemia ha arrestato le donazioni – del 10% in Italia – in regione si è registrato un +6% rispetto all’anno precedente, con 10 mila trapianti eseguiti. E non è l’unico dato positivo rilevato.

Nel 2020, la Città della Salute di Torino è stato il primo ospedale in Italia per numero complessivo di trapianti: 388 alle Molinette e 8 all’Ospedale Pediatrico. Primo anche per numero di trapianti di rene e di fegato; 200 trapianti di rene alle Molinette in un anno: mai nessun centro era arrivato a questa soglia in Italia.

Lo scorso anno i donatori in Piemonte sono stati 147 (32,8 per milione di popolazione - pmp), il secondo miglior risultato degli ultimi dieci anni e in aumento del 7,3% rispetto al 2019 dove i donatori sono stati 137 (30.4 pmp). Questo risultato è in controtendenza rispetto alla Nazione, che, pur contenendo il calo delle donazioni meglio degli altri paesi europei, è passata da 22.8 donatori pmp del 2019 a 20.5 pmp del 2020.

Sono cresciuti anche i programmi di donazione di organi da soggetto con cuore fermo; sono tre le Aziende capaci di gestire questa forma di donazione molto complessa per tecnica e organizzazione, che permette di aumentare il numero degli organi disponibili per i trapianti: ASL Città di Torino, AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, AO SS. Antonio e Biagio e Cesare Arrigo di Alessandria.

Secondo i dati regionali complessivi, sono stati trapiantati 460 organi: 247 reni, 158 fegati, 26 cuori, 22 polmoni e 7 pancreas, alcune volte assieme, per un totale di 443 interventi di trapianto (rispetto ai 419 eseguiti nel 2019). 47 trapianti (e solo di rene) sono stati effettuati nell’ospedale di Novara, gli altri 396 nella Città della Salute e della Scienza di Torino, che si conferma l’ospedale al vertice di questa attività in Italia. È stato anche l’Ospedale italiano che nel 2020 ha eseguito il maggior numero di trapianti di fegato (158) e di rene (200, valore mai raggiunto da un singolo ospedale in Italia). Lo scorso anno l’ospedale torinese ha superato la soglia dei 9.000 organi trapiantati. Anche nel 2020 la Città della Salute si è distinta per il trapianto simultaneo di più organi nello stesso ricevente (i cosiddetti trapianti «combinati»). Non c’è ospedale in Italia che possa proporli in maniera così estesa.

La qualità dei programmi di trapianto può essere misurata dal tasso di successo raggiunto: se si considerano solo i trapianti eseguiti dal 2010 in poi, a 5 anni è vivo il 94% dei pazienti che hanno ricevuto un trapianto di rene. Nel caso dei trapianti degli altri organi, senza i quali gran parte dei pazienti non potrebbe sopravvivere (per questo chiamati anche «salvavita»), il 90% di coloro che hanno ricevuto un trapianto di fegato sono in vita a 5 anni dall’intervento, lo sono circa il 75% dei trapiantati di cuore, e la metà circa di chi ha ricevuto un trapianto di polmoni. Indici in continuo miglioramento ed in gran parte sopra le medie europee. L’esito del trapianto è collegato a molti fattori: la bravura dei chirurghi, l’attenzione degli anestesisti, la preparazione delle equipe infermieristiche, ma anche l’esperienza e capacità dei diversi specialisti che devono seguire i pazienti nelle diverse fasi, dall’immissione in lista al follow-up del trapianto. Fondamentali per la riuscita dei trapianti sono inoltre le donazioni di sangue.

Il Piemonte si è distinto non solo per i volumi di attività dei trapianti, ma anche in relazione ad altri aspetti. Ha contribuito a realizzare protocolli e linee guida nazionali, come nuovi programmi di allocazione degli organi o il registro della malattia renale cronica. Si pone come riferimento per la diagnosi di malattie genetiche suscettibili di trapianto. Infine, ha contribuito in maniera rilevante alle conoscenze scientifiche proprio in relazione all’impatto che COVID-19 ha avuto nei trapianti: sono alcune decine gli studi pubblicati sulle riviste scientifiche internazionali dalla rete trapiantologica piemontese.

Pur con questa tendenza positiva, sono ancora molti i riceventi che attendono un organo nelle nostre liste: al 31 dicembre del 2020 c’erano 721 candidati in attesa di trapianto di rene, 101 di fegato, 74 di cuore, 75 di polmone. È dunque forte il dovere e l’impegno di cura verso questi pazienti, soprattutto in un periodo così difficile.

Il consenso si può dare anche attraverso il rinnovo della carta di identità del proprio Comune. Per informazioni e approfondimenti, ci si può rivolgere al proprio medico di famiglia, alle strutture ospedaliere, all’Asl e sui siti delle varie associazioni competenti. Per domande frequenti, dichiarazioni di volontà, testimonianze e notizie: www.donalavita.net

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