Verzuolo, 160 anni fa nasceva il Club Alpino
Venerdì una targa a casa Voli ricorderà l'intro che cambiò la storia dell'alpinismo

Il 12 agosto del 1863 in casa Voli-Mangiardi germogliò l’idea dell’ istituzione del Club Alpino Italiano. I protagonisti di quella riunione tra amici che segnò uno spartiacque storico furono i componenti della prima cordata italiana che salì al Monviso. Quintino Sella, Paolo e Giacinto Ballada di Saint Robert (fratelli di Verzuolo) Giovanni Barracco, (barone casentino, senatore del Regno d’Italia) Giovanni Battista Abbà (verzuolese), Giuseppe Bouduin e Raimondo Gertoux (due guide di Casteldelfino).
Venerdì 12 maggio, alle 17,30, per ricordare quel momento storico e ciò che comportò per il mondo alpinistico nei decenni a venire, verrà scoperta e presentata ai cittadini una lapide che ricorda il 160 esimo anniversario da quel provvidenziale incontro. Proprio in corso Umberto 59, quel giorno di metà agosto, secondo gli auspici di Sella e l’esortazione dell’avvocato Cimino, si cominciò a pensare ad un club simile ad uno da poco nato in Inghilterra.

«A Londra si è fatto un club, cioè di persone che spendono qualche settimana dell’anno per salire le Alpi, le nostre Alpi!» scriveva Sella in una lettera a Bartolomeo Gastaldi, magnificando il re di Pietra.
La sua ascesa al Monviso aveva seminato euforia nell’ambiente. «Partimmo per Saluzzo onde visitare il conte di Saint Robert e proporgli di tentare in tutti i modi la salita del Monviso, in compagnia di qualche ardito montanaro». Arditi sì, perché le guide sfidarono anche la superstizione che allora esisteva. Se la gente della Castellata considerava il Monviso inaccessibile, infatti, i margari consideravano l’ascensione possibile ma portatrice di eventi funesti a chi avesse violato la cima.
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