Il patto di Ostana avvicina Torino
Accordo con il capoluogo per tornare a progettare con le valli
Di per sé è un atto puramente formale, ma per un certo mondo rappresenta un primo passo di una rivoluzione che potrebbe toccare il sistema politico e le strategie dell’intero Piemonte. La scorsa settimana è stato siglato "Il patto di Ostana", una sorte di gemellaggio tra Torino e la montagna, di cui il piccolo comune dell’alta valle Po è stato preso a simbolo e testimonial.
Oltre agli amministratori (per il capoluogo l’assessore Paolo Mazzoleni), anfitrioni dell’evento sono stati Confcooperative e Uncem. Mazzoleni, intervenendo a Ostana al Festival nazionale delle Cooperative di comunità, ha aperto a nuovi modi di abitare il territorio che nascono proprio dai paesi.
Confcooperative e Uncem si occupano di imprese ed enti locali, immersi nelle transizioni e nel cambiamento. E invitano Torino deve accompagnare questo percorso, con nuovi flussi, «per renderla città dei territori, delle Alpi».
Il presidente regionale di Uncem Roberto Colombero: «Il suo nuovo Piano regolatore urbano non può fermarsi alle mura amministrative. I confini vanno superati. In primis con i 40 Comuni della prima cintura. E poi con le valli. Montagna e aree urbane devono lavorare sinergicamente, non contrapposte». Il prossimo Consiglio comunale di Torino approverà questa linea di unità e scambio, includendo temi quali imprese, trasporti, sanità, welfare, nuova economia, risorse ambientali, foreste.
A convalidare il patto, al motto di “Torino vince insieme”, c'erano Sandro Durando e Massimiliano Monetti di Confcooperative, Giovanni Vetritto, direttore generale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, Federico Bernini della Cooperativa Viso a Viso di Ostana, Silvia Rovere e Giacomo Lombardo, sindaco e vice di Ostana, Antonio De Rossi, Politecnico di Torino.
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