CARCERI, PRESENTATO IL DOSSIER CRITICITA’ DETENZIONE Inviato a Roma il documento sugli Istituti penitenziari piemontesi. Nuove iniziative per il 2020
Interventi strutturali, sovraffollamento, suicidi, assistenza sanitaria disastrata sono alcuni degli argomenti esposti nel quarto «Dossier annuale delle criticità delle Carceri piemontesi» elaborato da Bruno Mellano, Garante regionale delle persone detenute, che è stato inviato al Ministero di Giustizia.
Mellano ha presentato ai giornalisti il documento, alla presenza dei Garanti comunali di Alba Alessandro Prandi, Asti Paola Ferlauto, Biella Sonia Caronni e Saluzzo Paolo Allemano, che hanno denunciato come gli istituti carcerari siano stati negli anni abbandonati a se stessi e necessitino d’interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria non più rimandabili.
Tra le emergenze prioritarie che gravano sugli istituti penitenziari piemontesi persistono quelle legate al sovraffollamento: le 4508 persone attualmente detenute, infatti, hanno a disposizione appena 3671 posti perché alla capienza regolamentare, di 3971 posti, occorre togliere i 300 che non sono al momento disponibili.
Nel dettaglio locale, ad Alba il sovraffollamento è tra i peggiori e ora si ristruttura il padiglione principale dopo la sua chiusura per l’epidemia di legionellosi del 2016.
Ad Alessandria si ragiona sulla chiusura piuttosto che la rifunzionalizzazione del «Don Soria», istituto in pieno centro città, non utilizzabile per problemi a tetto e impianti elettrici.
Ad Asti si deve lavorare per gli spazi di accoglienza dei parenti, in quanto molti detenuti preferiscono non incontrare i figli piuttosto che costringerli, anche se piccoli, seduti ad una sedia per molto tempo, condizione stabilita dal regolamento per il ricevimento visite.
A Biella, realtà di avanguardia per le esperienze di laboratorio sartoriale e attività manifatturiera dei detenuti, il problema è la chiusura della Casa Lavoro, che deve essere riorganizzata nel suo insieme per poter funzionare.
A Fossano si devono recuperare spazi attualmente non utilizzati per creare laboratori di formazione e istruzione.
A Ivrea la priorità è la sicurezza, definita anche dal sistema di videosorveglianza, dopo gravi incidenti verificati.
A Novara è necessario il recupero di spazi per il presidio sanitario interno, importante anche per l’età media avanzata dei detenuti che scontano pene molto lunghe.
A Saluzzo bisogna rivedere i servizi legati alla mensa e ai pasti con nuovi spazi a regime e attrezzature valide.
A Torino sono necessari un adeguamento alle strutture, specie per le celle di osservazione psichiatrica, e il rifacimento dei tetti che hanno infiltrazioni. Si sta anche lavorando per la realizzazione di una «Casa famiglia protetta» per mamme detenute con bambini.
A Verbania si devono adeguare in sicurezza alcuni spazi di passaggio e quelli di socialità.
A Vercelli si deve completare l’opera di rifacimento delle strutture degradate e le celle «nido» della sezione femminile, oltre a quelle di isolamento.
Infine, il Dossier presenta per la prima volta un capitolo sul carcere minorile «Ferrante Aporti» di Torino, su cui si devono ottimizzare gli spazi per separare con maggiore efficacia le fasce di età per arginare il fenomeno del bullismo, molto diffuso e preoccupante a detta degli addetti ai lavori.
«Il Piemonte - ha osservato Mellano - ospita una serie di strutture nate negli anni del terrorismo e della massima sicurezza che rispondono solo parzialmente alle attuali finalità del carcere. È necessario operare, anche adeguando gli ambienti, affinché il carcere possa essere sempre più vissuto come un’occasione di recupero e reinserimento nella società».
Secondo i dati nazionali, nel 2019 si sono registrate 131 morti per suicidi, assistenza sanitaria disastrata, decessi per cause non chiare, overdose. Durante l’anno, sono 11 gli agenti di Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita: è la forza di polizia con il più alto tasso di suicidi in Italia.
Oltre alle criticità, il Coordinamento piemontese dei Garanti ha annunciato una serie di iniziative per il 2020, tra cui un seminario per verificare la fattibilità di una casa famiglia per mamme in esecuzione penale con bambini a seguito e una visita alla caserma dismessa di Casale Monferrato (Al) individuata come possibile carcere.