Unione del monviso Il sindaco pone condizioni da ultimatum: dopo Revello si rischia una nuova uscita Lo “strappo” di Fantone Oncino vuole contare di più
Il Comune di Oncino è a un passo, forse meno, dall’addio all’Unione del Monviso. E l’ente - dopo aver perso per strada senza un’adeguata mediazione la popolosa Revello - è a due passi dall’implodere.
Nei giorni scorsi il sindaco del minuscolo centro dell’alta Valle Po, Alfredo Fantone, ha infatti inviato al protocollo dell’Unione una lettera con la quale viene ribadita la volontà di trattenere per il proprio Comune le funzioni di Economato, Edilizia privata, Patrimonio, Manutenzioni e Lavori Pubblici, così come deciso in un consiglio comunale dello scorso ottobre. In più Fantone, con la sua lettera, ha chiesto il reintegro del personale del proprio Comune “prestato” all’Unione, ferma restando la possibilità di poter continuare a godere dei servizi prestati da Andrea Caporgno per quel che riguarda - crediamo - la Centrale unica di committenza e di Valeria Bosio per il Bilancio.
La missiva del sindaco - che sembra quasi un invito finalizzato a provocare la cacciata di Oncino dall’Unione - apre una crepa difficilmente sanabile.
Perché le regole dell’Unione del Monviso - viene ricordato dall’ente - sono fatte per essere recepite e osservate da tutti e a nessuno è concesso di sedersi al desco comune per scegliere solo le pietanze che più gli aggradano o - meglio - che più ritiene utili alla propria gente. Per questo la mossa di Fantone - che, stando ai “si dice”, in Unione sarebbe in rotta di collisione sia con il presidente Emidio Meirone (Sanfront) che con il suo vice Fabrizio Re (Crissolo) - assume l’aspro sapore di un chiamarsi fuori dai giochi di quello che lo stesso sindaco ha recentemente definito “un baraccone”.
E provoca mal di pancia di altrettanto impervia guarigione. Perché in Unione qualcuno ha letto la riconferma delle posizioni assunte a ottobre come una presa in giro del sindaco Fantone: «Oncino ci aveva garantito di rivedere la propria posizione in seno all’Unione in cambio di un paio di interventi sul suo territorio. Interventi che l’Unione ha fatto, per ottenere l’esatto contrario di quanto garantitoci» dicono oggi negli uffici di Via Santa Croce.
Pur se con un peso specifico profondamente diverso da quello di Revello, esclusivamente per via del numero di abitanti, l’eventuale addio di Oncino - oltre ai problemi che si porterebbe a rimorchio - non gioverebbe certo alla leadership dell’Unione ed ancor meno al suo presidente, che rischia sempre di più di assistere al rapido e ineluttabile sgretolarsi di quella macchina che altri avevano con capacità e pazienza portato ai primi posti dell’intero Piemonte, per stessa ammissione della Regione. Al punto da venire addirittura additata come esempio virtuoso.
Altri tempi. Stessa macchina. Altri piloti.