Polveri sottili sul Marchesato Pm10 oltre il limite a Saluzzo Xxxxxx Xxxxxx
Trenta giorni senza precipitazioni e l’alta pressione che insiste sul territorio: il risultato è un inquinamento dell’aria da “semaforo rosso” per l’Arpa.
Colpa del Pm10, cioè il particolato, ovvero quelle polveri inquinanti rilasciate nell’aria da auto, industrie e sistemi di riscaldamento. In condizioni meteo normali si disperdono facilmente, ma in assenza di pioggia, e con una pressione atmosferica alta, che quindi “schiaccia” al suolo le polveri, limitando l’effetto di rimescolamento dell’aria, la concentrazione di polveri sottili si alza notevolmente.
Il risultato è un livello di inquinamento preoccupante, che impone misure di contenimento, come lo stop alle auto a Torino, ma anche le limitazioni a Bra e Alba degli ultimi giorni.
SALUZZO OLTRE IL LIMITE«Chi pensa che Saluzzo la qualità dell’aria sia notevolmente migliore è in errore». A dirlo sono i tecnici del dipartimento Arpa, l’agenzia regionale per l’ambiente, di Cuneo.
«La rete di monitoraggio continuo dell’aria in provincia di Cuneo è costituita da una serie di centraline fisse che vanno da Cuneo a Mondovì, da Alba a Bra. Nel corso degli anni è stato notato che l’area di bassa valle attorno alle conurbazioni di Alba e Bra fa rilevare livelli di inquinamento decisamente più alto, paragonabile a quelli della Pianura Padana. A Saluzzo - spiegano dall’Arpa cuneese - non c’è una centralina fissa, ma bisogna sfatare la credenza che sia un posto ventilato per la vicinanza alle valli. In realtà Saluzzo risente molto dell’inquinamento della pianura».
In queste settimane in città è stata posizionata, in piazza Garibaldi, la stazione di rilevamento mobile dell’Arpa. «Resterà almeno un paio di mesi - conferma Luisella Bardi, dell’Arpa di Cuneo -. I primi dati raccolti confermano quanto previsto: in questo inizio d’anno siccitoso ci sono stati già diversi sforamenti del Pm10, con valori superiori ai 50 microgrammi per metro cubo. Basta spostarsi un po’ più a valle, nelle zone attorno a Moretta, ad esempio, per rilevare una situazione peggiore, simile a quella della pianura».
Tra giovedì 23 e domenica 26 gennaio in pianura sono stati registrati valori di particolato rispettivamente di 57, 70, 68 e 61 microgrammi per metro cubo, tutti da “livello rosso”.
DI QUALCHE ANNO FA
L’assenza di una stazione di monitoraggio fissa a Saluzzo non permette di avere dati continui. Il precedente monitoraggio risale al 2013, quando la centralina dell’Arpa restò in città (e poi nei comuni di Piasco, Moretta e Revello) per alcuni mesi. Saluzzo e Moretta fecero registrare i dati attesi, con diversi superamenti dei livelli di attenzione. In particolare, a Moretta, la qualità dell’aria risultò molto vicina a quella dei comuni della seconda cintura torinese.
Rispetto a sette anni fa oggi la situazione è migliorata. «Merito dei nuovi combustibili, dei nuovi motori e della maggior attenzione all’ambiente da parte del settore industriale - spiegano dall’Arpa di Cuneo -. Ad esempio nel 2006 si sono registrati oltre 150 giorni di superamento dei valori limite. Il 2019 è stato un anno favorevole anche dal punto di vista meteorologico, con piogge diffuse e distribuite nel corso dell’anno. Il risultato è stato che in provincia di Cuneo la centralina che ha registrato il maggior numero di sforamenti di Pm10 è stata quella di Alba (24), seguita da Bra con 20, Saliceto (11). Appena 3 gli “sforamenti” a Cuneo e solo 1 a Mondovì».
L’Arpa invita comunque alla prudenza: «Sono sufficienti pochi giorni senza pioggia, come quest’anno, per osservare un’inversione di tendenza. Inoltre non dobbiamo limitarci all’osservazione del particolato. Anidride carbonica, metano, protossido di azoto, non stanno diminuendo. Non dobbiamo abbassare la guardia sulla qualità dell’aria».