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Le prime analisi da parte dei tecnici dell'Arpa e dei geologi dicono che la maxi-frana del 26 dicembre sul Monviso è stata innescata sia dalla frantumazione della roccia ma anche dalla degradazione del permafrost. Il settore interessato dal fenomeno aveva già subito processi naturali simili in passato.
Ne sono testimonianza i grandi blocchi presenti alla base del torrione del Sucai da cui si sono originati i distacchi. Si tratta però di una recrudescenza preoccupante: il numero di frane sembrerebbe aumentato, stando a confronti fotografici aerei, a partire dal 2010. Si stima che nell’ultimo vistoso episodio vi sia stata la mobilizzazione di circa 200 mila metri cubi di roccia.