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Damiano: «Sono qui per dare a Saluzzo una reale possibilità di cambiamento»

Il centrodestra si ricompatta dopo il passo indietro dell’avv. peirone

Damiano: «Sono qui per dare a Saluzzo una reale possibilità di cambiamento»
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«Cambiamento è la parola d’ordine. Cambiamento adesso, perché Saluzzo ha bisogno di tornare ad essere una città viva». Giovanni Damiano, 51 anni, bancario, vuole essere l’uomo della svolta, almeno a livello amministrativo, dopo 20 anni di amministrazione di centrosinistra.

Archiviato “l’intoppo” con Chiaffredo Peirone, l’avvocato la cui candidatura a sindaco del centrodestra è durata lo spazio di una settimana, lo schieramento composto da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia si presenta compatto a sostegno di Giovanni Damiano e della sua lista civica.

Numeroso il pubblico presente martedì scorso alla serata di presentazione all’Interno Due, e non poteva essere altrimenti: un po’ per il peso politico delle forze in campo, ma soprattutto per la figura stessa di Damiano.

«In questa avventura - specifica fin dal primo intervento - sono io Giovanni a candidarmi, non il mio cognome. Sento che è arrivato il momento che Saluzzo cambi, e ho deciso di mettermi in gioco. Riprendo una vecchia canzone di Paolo Conte: diceva “Dove eravamo noi quel mattino quando correva il Novecento…”. Ecco, non bisogna rimanere a guardare, ma provarci in prima persona».

Damiano punta l’accento sull’anima civica della sua lista, anche a chi gli fa notare che la candidatura è sostenuta dai partiti di centrodestra. «La candidatura si fa con le persone. Io ho il mio gruppo. Non ci nascondiamo dietro false facciate, sono sostenuto da movimenti importanti e non lo nascondo; a differenza di altri che rimarcano il civismo ma sono segretari di partito provinciali e regionali (Mauro Calderoni e Fiammetta Rosso, ndr)».

I temi sul tappeto sono quelli di sempre: un centro storico rigenerato, un ritorno di servizi per i cittadini, la visione di una città universitaria.

«Fino a 20 anni fa la gente vedeva Saluzzo come un “Eldorado”, un posto dove andare a vivere. Oggi non è più così, mancano i servizi. Non voglio che Saluzzo torni “quella del Medioevo”, come afferma Marco Piccat, ma nemmeno che resti quella di oggi, stanca, insofferente. Non basta avere piazze finanziate con i fondi Pnrr dove per entrare servono le pattine. Deve essere una città viva, con i negozi e un commercio vivo nelle vie del centro così come nei quartieri».

Damiano è pronto dunque a mettere in campo la sua esperienza: «Lavorerò per una città che ascolti tutti - ribadisce - che non dialoghi solo attraverso i social, che abbia un sindaco che guardi in faccia i suoi cittadini. In tanti anni, soprattutto dopo l’esperienza in consiglio comunale, ho cercato di restituire alla mia città parte del mio tempo e delle mie capacità attraverso l’associazionismo, prima con gli Amici di San Bernardo, poi con la Protezione civile e con l’Officina delle Idee. Ora con un gruppo di amici sono pronto a questa sfida. Non sono un politico, non lo sarò mai, ma spero di essere un buon amministratore».

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