Prende forma la Frutta del Monviso
Presentati il logo e i quattro obiettivi
Un nuovo logo e quattro obiettivi per il “Distretto del cibo della frutta”.Su tutta la frutta prodotta e commercializzata tra Cavour, Lagnasco e Cuneo potrà comparire il marchio “Frutta del Monviso” presentato mercoledì al Monastero della Stella di Saluzzo, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Saluzzo, nel corso di un evento di gala tra degustazioni e spettacoli circensi. Ha la forma di una mela, costituita da diversi spicchi di altrettanti colori, che richiamano ogni tipo di produzione locale: il marrone delle castagne e delle nocciole, il rosso di mele, fragole e ciliegie, il verde di pere, kiwi e nergi, l’arancione di pesche, nettarine e albicocche, il viola di mirtilli, prugne e susine. Il logo è completato da una foglia verde che sottolinea l’attenzione all’ambiente e alla sostenibilità, e da un “morso” alla mela che crea l’inconfondibile profilo del Monviso.
«Chi è nel mondo della frutta - sottolinea Roberto Dalmazzo, sindaco di Lagnasco e presidente del distretto - di solito associa ogni area a una produzione particolare. La zona di Latina per i kiwi, la Romagna per pesche e albicocche, il Trentino per le mele. La zona del Monviso è diversa, in quest’area si concentrano decine di tipologie di produzioni, che fanno di questo distretto una ricchezza unica».
La frutta ai piedi del Re di Pietra è arrivata intorno al 1200, con i monaci benedettini dell’abbazia di Staffarda. Compresero fin da subito che la zona tra Cardè e Revello non era un’area adatta alla coltivazione della frutta e scelsero invece di impiantare i primi frutteti tra Verzuolo e Lagnasco, lungo il Varaita. A distanza di 800 anni, è ancora quello il cuore del distretto frutticolo saluzzese.
Il comparto, oggi, dà lavoro a 7 mila addetti e 14 mila stagionali. L’areale frutticolo del distretto si sviluppa su 16 mila ettari, in incremento negli ultimi dieci anni del 13,9 per cento. Nel distretto ricadono oggi l’87% dei meleti coltivati in Piemonte, il 97% delle nettarine, il 76% dei kiwi, il 74% dei pereti, il 72% dei susini e il 42% dei pescheti.
La presentazione del logo va nella direzione di quella che è la prima linea d’azione del piano: la promozione del distretto stesso attraverso la costruzione di una struttura operativa e la ricerca di soluzioni commerciali e logistiche comuni.
Il secondo punto sarà invece la creazione di un’identità comune, condivisa e sostenibile. Infine uno sguardo al futuro, con gli ultimi due obiettivi del piano: sostenere la competitività della filiera nei suoi rapporti di mercato e migliorare le performance ambientali del sistema produttivo locale.