Calderoni in campagna per la corsa a un posto in Regione
Parola agli amici in occasione della presentazione
È stata all’insegna del fair play l’apertura della campagna elettorale per le regionali di Mauro Calderoni. Il sindaco di Saluzzo, segretario provinciale del Pd, è in lista per un seggio in Regione e giovedì scorso ha dato il via alla corsa dalla sua città.
A differenza di come ci ha abituati in questi anni in cui non si è mai sottratto a battute caustiche all’indirizzo degli avversari di centrodestra, giovedì le ha evitate per concentrare l’attenzione sul modello di “Insieme si può” che vorrebbe esportare in Regione.
«Questa sera, in questa sala, vedo riuniti amici - ha affermato - con cui ho condiviso 25 anni della mia vita».
Circolo Interno due gremito per assistere alla sua presentazione anche se, in realtà, il suo intervento finale è durato poco più di una decina di minuti nel corso dei quali ha ribadito l’intenzione di voler portare a Torino le istanze della città e del vasto territorio che su Saluzzo insiste.
Calderoni ha preferito che fossero i suo amici, saluzzesi e non solo, a parlare affidando la conduzione della serata ad Alida Anelli, ex assessore e a Davide Sannazzaro, sindaco di Cavallermaggiore e consigliere provinciale, responsabile provinciale Pd degli locali.
In ordine sono interventi il suo predecessore, in municipio e in Regione, Paolo Allemano, Corrado Lauro, medico e attuale consigliere di maggioranza e, a seguire, Paolo Battisti, capogruppo di Insieme.
Interessante osservare come proprio da Battisti sia arrivato l’assist politico più convinto con l’unica replica alle considerazioni espresse dal candidato sindaco del centrodestra Giovanni Damiano a proposito di “un uomo solo al comando dell’amministrazione comunale”.
«È una narrazione che non corrisponde al vero né per quanto riguarda il sindaco e meno che mai per “Insieme”. Io sono testimone - ha affermato Battisti - di come Calderoni abbia saputo accogliere le differenze e trasformarle in opportunità».
Sul palco si sono ancora susseguiti Dino Matteodo, ex sindaco di Frassino e storico esponente dell’occitanismo, Ermanno Bressy, già presidente della comunità montana Valle Maira e guru della "Compagnia del Buon Cammino”.
E poi ancora Marta Guerra, giovane militante del Pd, e Patrizia Manassero, sindaca di Cuneo, che ha elogiato Calderoni come “l’uomo del fare”.
In conclusione gli interventi di Franco Demaria, che da Calderoni ha ricevuto il testimone e dell’assessora Francesca Neberti.
«In questi cinque anni - ha detto Calderoni nel suo breve intervento finale - abbiamo toccato con mano quanto poco siano state considerate le necessità del nostro territorio. Manca una programmazione di medio-lungo periodo, ciò nonostante - ha osservato - siamo riusciti ad intercettare finanziamenti rilevanti che ci hanno permesso di sopperire in parte alla mancata attenzione da parte del governo regionale di centrodestra. Credo - ha considerato - che Regioni come il Piemonte e province come Cuneo, tra le prime in termini economici a livello nazionale, abbiano necessità di poter pianificare con serenità le loro strategie di crescita e di sviluppo».
Questo e molto altro sulla Gazzetta in edicola e in digitale