Diego Botta, presidente Cia Saluzzo, fa il punto sull'agricoltura
«Sulla frutta l’incognita maltempo Per i produttori previsioni difficili» agricoltura
La stagione della frutta si avvicina e nei campi del distretto saluzzese sono iniziati i primi lavori preparatori in vista della prossima raccolta.
Diego Botta, presidente Cia della zona di Saluzzo, esamina le prospettive dell’annata agricola 2024.
Come si presenta il quadro generale?
«Essendo il nostro territorio coltivato in modo prevalente a frutta, l’andamento non è ancora ben chiaro. Al momento si può dire che sarà complicato, incerto e con tante incognite. Dopo l’avvio della stagione, caratterizzato da siccità e temperature elevate, avevamo intravisto la possibilità di un miglioramento. Le piogge prolungate delle ultime settimane, anche se dovrebbero scongiurare la mancanza di acqua durante l’estate, hanno ritardato i lavori nei campi. Sulla qualità è ancora presto parlarne».
Le spese per l’energia e per le materie prime?
«Sono diminuite ma è una lenta retromarcia, che non è ancora sufficiente per rendere meno “pesanti” i costi produttivi delle aziende».
Quali strade possono percorrere gli agricoltori per contrastare le ormai evidenti difficoltà causate dai cambiamenti climatici e dalle trasformazioni dei mercati?
«Un tempo avevamo il meteo caratterizzato da maggiore equilibrio, ora a preoccupare sono gli eventi estremi. Per cui bisogna dedicare grande attenzione alle produzioni, attraverso strumenti di difesa delle colture e metodi accurati di gestione dei campi. Sul fronte mercati dobbiamo progettare le aziende in modo strategico: essere cioè consapevoli che l’agricoltore non è più un mestiere di pura “manovalanza”, ma serve una programmazione imprenditoriale».
Cosa chiedete alle istituzioni?
«Le vedo lontane. Con il passare del tempo i problemi crescono. Avremmo bisogno che ci aiutassero a capire l’evoluzione dei mercati, le trasformazioni climatiche, le fitopatologie. Invece, aumentano gli iter e gli adempimenti che occorre affrontare. La macchina burocratica è di una lentezza esasperante. Poi, il problema della mancanza di acqua non è risolto per gli anni a venire: non possiamo sperare che piova come quest’ann. Bisogna costruire gli invasi».
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