Cala il costo dei mutui per la casa
Taglio dei tassi
L’inflazione che viaggia verso livelli sostenibili, ma anche la crescita economica anemica. Sono le due ragioni che hanno spinto la Banca Centrale Europea a tagliare il 12 settembre i tassi ufficiali di 25 punti base, come già fatto a giugno, di fatto avviando l’allentamento monetario, dopo i dieci rialzi tra 2021 e 2023 e una seguente pausa di riflessione.
Questa decisione apre le porte a un ulteriore calo dei tassi praticati tanto sui mutui, quanto sui prestiti. Già nelle ultime settimane le condizioni di mercato erano migliorate sensibilmente, ma resta ancora dello spazio da recuperare, soprattutto se - come previsto - i tagli proseguiranno anche nel corso dei prossimi mesi.
Alla luce della decisione del 12 settembre, il tasso sui depositi passa dal 3,75% al 3,50%, mentre quello sui rifinanziamenti principali - per l'aggiustamento tecnico causato dal nuovo quadro operativo - scende al 3,65% dal 4,25% e per lo stesso motivo il tasso sui prestiti marginali cala a 3,90% dal 4,50%.
Secondo i servizi della Bce, l'indicatore del carovita dovrebbe attestarsi in media al 2,5% nel 2024 (ad agosto il dato è stato del 2,2%, con l’Italia all’1,1%), al 2,2% nel 2025 e all'1,9% nel 2026, come nelle proiezioni di giugno.
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