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I conti dell’ortofrutta Tiene l’export

Alla vigilia dell’expo di Madrid escono i dati sull’andamento del commercio estero nel primo semestre

I conti dell’ortofrutta Tiene l’export
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Alla vigilia di Fruit Attraction, escono dati interessanti sull’andamento dei mercati interno ed estero. Sono cifre che confermano la sostanziale tenuta dell’ortofrutta fresca nazionale, con un incremento della quota di export nel primo semestre 2024 rispetto all’analogo periodo 2023.I dati Istat elaborati da Fruitimprese evidenziano una crescita rispetto allo stesso periodo dello scorso anno del 5% in volume (1.818.378 tonnellate) e del 3% in valore, che si attesta di poco al di sotto dei 2,8 miliardi.

L’import tiene il passo con un +3,8% in volume, che supera di 330.226 tonnellate l’export, e in valore con un incremento del 5,2%, con un saldo positivo della bilancia commerciale di 31,537 milioni, in diminuzione del 63,5% rispetto al dato dello stesso periodo del 2023.

Dall’esame dei singoli comparti emerge un incremento delle esportazioni di tuberi, legumi e ortaggi che crescono, rispetto al primo semestre dello scorso anno, dell’11,4% in quantità e solamente dello 0,4% in valore, con una perdita sensibile in termini di prezzo del prodotto esportato.

Stessa sorte per le esportazioni di agrumi che, pur crescendo del 12,6% in volume, salgono solamente del 5,2% in valore.

Note positive vengono dalla campagna delle pesche e nettarine che si sta chiudendo con prezzi soddisfacenti e una buona qualità generale dei prodotti e da quella in corso dell’uva da tavola, grazie alla presenza sul mercato di nuove varietà molto appetibili per il mercato nazionale e internazionale.

Preoccupanti invece i dati relativi all’export di kiwi che, pur mantenendo un valore esportato poco al di sotto dello scorso anno (275,119 milioni, -2,9%) perdono quasi un terzo delle quantità esportate che si attestano a 117.220 tonnellate, -29,62% rispetto al primo semestre 2023.

Un prodotto vittima di una pesante crisi produttiva dovuta alla moria del kiwi, specialmente in alcuni areali e che ha visto intervenire il governo con aiuti mirati, purtroppo non sufficienti a salvaguardare gli operatori interessati.

Crolla ulteriormente l’export di pere che si attesta poco al di sopra delle 10 mila tonnellate con un -64,03% in volume e -54,1% in valore.

Tiene l’export della frutta fresca che, pur calando in volume del 2,9%, cresce del 5,5% in valore, a causa della scarsa disponibilità di alcuni prodotti simbolo della nostra esportazione.

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