Pestato Birillo, cane mascotte
La buona notizia è che, dopo una delicata operazione, Birillo sta bene e ha trovato una casa. Ma la violenza che ha subìto lascia una ferita in chi si è preso cura di lui che non si lava via con il classico lieto fine. Stefanie Guanciali di Revello, appassionata di animali, titolare della pagina Facebook Cip e Ciop (da cui sta per prendere vita un'associazione di volontariato) andrà fino in fondo a questa vicenda, perché intende farne una battaglia-simbolo di civiltà. E un monito a chi maltratta gli animali.
Stefanie, ci racconti la triste storia di Birillo e quello che ne è seguito…
«È il cane del paese, un po' di tutti un po' di nessuno. Che scorrazza per la via, mangia un po' da uno e un po' dall'altro, ha cucce sparse in diverse zone. Segue le persone che camminano, è amato dai bambini: una sorta di mascotte. La scorsa settimana ha subito un deliberato pestaggio: lo hanno massacrato di calci, provocandogli danni interni e ferite. Pare fossero tre persone».
Pare?
«Sì, io non ero presente. Dopo che mi sono attivata per salvare la vita all'animale, mi è giunta una telefonata anonima che mi ha permesso di raccogliere importanti elementi per ricostruire la vicenda. Ancora troppa omertà purtroppo emerge nei nostri piccoli paesi».
Come sta Birillo?
«Dopo il pestaggio è riuscito a trascinarsi a casa di una signora residente in paese, dove ultimamente passava la notte. Il veterinario ha confermato la gravita dell'accaduto: danneggiati i testicoli e la coda che hanno dovuto essere asportati; fortunatamente la vescica non è stata lesionata. Birillo è rimasto in clinica diversi giorni».
Chi ha pagato l'intervento?
«Noi del quartiere abbiamo fatto una colletta. E la signora che lo ha ritrovato ha deciso di prendersene cura. Ma a pagare dovrebbero essere i suoi assalitori».
Come si sta muovendo per ottenere giustizia?
«Finora ho raccolto, a fatica informazioni e suoi social ho trovato tanta solidarietà. Lunedì sono stata contattata da Giada Bernardi, legale dell'associazione "Diamoci una zampa" di Roma. Dopo aver saputo della mia battaglia per Birillo si sono messi a disposizione per offrirmi una consulenza legale. Confido che, con un professionista al nostro supporto, qualcuno che sa, sapendo di essere tutelato e protetto, possa parlare».
Ok l'amore per gli animali, ma non le sembra un eccessivo accanimento?
«No. Chi ha fatto del male a Birillo lo farà ancora ad altri animali o magari a qualcuno di noi, un familiare, un amico, magari un bambino. L'educazione passa anche attraverso le sanzioni e le sanzioni possono essere un valido deterrente. Per me non finisce qui».