Solavagione: «Gestione snella grazie alla nuova Fondazione»

Solavagione: «Gestione snella grazie alla nuova Fondazione»
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La casa di riposo “Regina della Pace” negli ultimi mesi ha assistito a parecchi cambiamenti. Da ultimo, il rinnovo del vertice giunto a scadenza naturale con la fine del 2019. L’Ente accoglie 73 ospiti e dà lavoro, direttamente o indirettamente, tramite cooperativa, a 49 addetti.

Presidente riconfermato è Luciano Solavagione, alla guida della struttura per 12 anni con una parentesi da vice tra il 2004 e il 2009. La sua nomina, insieme a quella di Silvio Rabbia, è stata presentata dal Comune; gli altri consiglieri del nuovo Cda – Giorgio Gaveglio, Claudio Bergesio e Maria Civalleri – sono stati indicati rispettivamente dal Consiglio parrocchiale, dall’Avis e dall’Associazione San Vincenzo.

Presidente, perché la casa di riposo è diventata una Fondazione privata?

«Il passaggio è avvenuto nell’agosto dello scorso anno. In quanto ex Ipab, la legge nazionale, recepita dalla Regione, ci chiedeva di scegliere fra pubblico e privato. Questa possibilità era permessa dal bilancio: sotto il milione, gli Enti rimanevano privati, oltre i due milioni erano obbligati a diventare pubblici. Noi, con 1 milione e 850 mila euro, avevamo facoltà di decidere. Nel privato abbiamo procedure semplificate, ciò permette una gestione più snella della parte burocratico-amministrativa».

Cambia qualcosa nella filosofia di gestione dell’Ente?

«Assolutamente no. L’idea di fondo rimane quella di mantenere l’efficienza. Quanto all’attività pratica del Cda, ogni membro è tenuto a stipulare un’assicurazione e rimaniamo comunque sottoposti alla verifica di un revisore dei conti».

Prima l’intero Collegio commissariale veniva nominato solo dal Comune, mentre adesso il Cda è designato in maggioranza dalle Associazioni. In base a quali criteri sono state scelte?

«In precedenza gli amministratori erano, di fatto, un’emanazione del Consiglio comunale. Dopo il passaggio a Fondazione, abbiamo scelto queste Associazioni del paese per designare parte del Cda, dal momento che la privatizzazione riguarda soltanto l’organizzazione amministrativa. Chi è responsabile, invece, vogliamo che resti nell’ambito del volontariato. È una scelta di continuità rispetto alla mission della struttura».

Quali sono i vostri obiettivi?

«Essenzialmente due: mantenere elevati livelli di assistenza agli ospiti, offrendo una risposta alle esigenze di anziani spesso in condizione di fragilità e, in parallelo, tenere il bilancio in ordine. Tra i vari progetti, intendiamo ampliare il parcheggio restrostante l’ala nuova del complesso, anche per portare avanti un’idea dell’ingegner Culasso, ex consigliere dell’Ente, al quale vanno i nostri ringraziamenti per il contributo nell’amministrazione di questi anni».

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