San Biagio Medico e vescovo amato a Revello
Il carnevale in Val Maira
La festa in onore del santo patrono Biagio rappresenta, da secoli, un momento di incontro per la comunità, di folclore e di spiritualità. È un'occasione per rinnovare lo spirito identitario, riscoprendo elementi di base della cultura e delle tradizioni che non si vogliono perdere. Una ricorrenza che si abbina, durante il corso dell’anno, alle feste di Sant’Isidoro e della Madonna del Rosario, ricorrenze storicamente nel cuore dei revellesi.
VESCOVO PESEGUITATO
La figura di San Biagio è molto antica. Secondo la tradizione, visse in Armenia tra il III e il IV secolo, al tempo delle persecuzioni contro i cristiani. Inizialmente medico, venne attratto alla vita religiosa, entrando in monastero e succedendo al vescovo di Sebaste. In seguito ad alcuni interventi miracolosi su persone bisognose, si diffuse la sua fama di guaritore.
In particolare si tramanda il racconto della guarigione di un bambino che stava per morire soffocato per una lisca di pesce nella gola. Per questa vicenda San Biagio viene invocato per il male di gola.
La benedizione della gola con le candele incrociate. Il rituale prevede che un presbitero incroci due candele benedette appoggiandosi alla gola del fedele, invocando su di lui la protezione del santo. A conferma dell’importanza della ricorrenza in zona, spesso, in passato, le funzioni legate al patrono revellese sono state concelebrate anche dai vescovi. Questo accade tradizionalmente soprattutto al lunedì, giornata “ufficiale” del patrono San Rocco.
RUCHIN E BIASINA: MATTACCHIONI DOC
La maschera principe del paese, Ruchin, trae il suo nome da San Rocco patrono di Revello. Tradizionalmente lo accompagna Biasina, che è la versione “femminilizzata” di San Biagio, l’altro santo patrono cittadino. Un’ulteriore conferma dello stretto legame tra devozione e feste laiche.
A loro si aggiungono spesso un paio di damigelle, che creano un piccolo corteo, partecipando alle sfilate in paese, ma anche nelle altre località del Saluzzese.
La storia delle maschere di Revello si vuole sia legata a una leggenda relativa ad un fatto risalente al quindicesimo secolo, quando i servi dei Marchesi di Saluzzo spesso dimoravano in paese. Una volta, approfittando dell’assenza dei “padroni”, i servi ne vestirono i panni e scesero per le vie del paese accompagnati dalle damigelle.
Prendendo i nomi dei santi patroni del paese, Ruchin e Biasina ne combinarono di tutti i colori. Per questo, da ormai diversi decenni, sono diventati i rappresentanti del paese un po’ su tutte le piazze nel periodo carnevalesco.