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Matteo Olivero ritorna a Dronero

Monografica al museo Mallè, a cura di Ivana Mulatero. Si espone anche l’acciuga di Nespolo

Matteo Olivero ritorna a Dronero
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Da domenica 11 maggio il Museo Luigi Mallé omaggia la figura di Matteo Olivero con la mostra che documenta un percorso di arte e di vita.

L’esposizione, curata da Ivana Mulatero, direttrice del Museo Mallé, e da Antonio Musiari, docente titolare di Storia dell’Arte dell’Accademia Albertina di Torino e coordinatore del Comitato Scientifico dedicato all’opera di Matteo Olivero, si avvale del comitato organizzatore composto da Maria Grazia Brondino, Carmen Valoti, Francesco Revello, Oriana Zagnoni Zerbini e Piero Zagnoni.

La mostra monografica, ricca di oltre novanta opere, è di particolare significato perché realizza il progetto di iniziative dedicate a questo pittore divisionista che il Museo Mallé aveva in programma fin dai primi anni Duemila.

MATE’ E DRONERO

Diversi sono i fili del passato che si intrecciano nell’esistenza di Matteo Olivero (per gli amici Matè) con Dronero, nella quale giunse bambino per frequentarvi i primi anni di scuola. Basti pensare che egli si introdusse inconsapevolmente anzitempo in casa Mallé dove il 7 aprile 1881 fu redatto il testamento del padre. In tale documento, registrato dal notaio Paolo Mallé, si espresse la volontà genitoriale, adempiuta dal 1888 grazie alla concorde e risoluta vedova, Lucia Rosano, madre e modella che decise di vendere i beni di famiglia pur di sostenere gli studi del figlio prima a Cuneo, presso la Regia Scuola Tecnica, poi a Torino per formarsi come pittore.

Nelle aule dell’Accademia Albertina di Belle Arti, sotto la guida di Giacomo Grosso, Paolo Gaidano, Andrea Tavernier e altri validi maestri, il giovane artista già dal triennio preparatorio si rivelò padrone di una gamma di tecniche che seppe valorizzare con la precisione e l’accuratezza testimoniate in mostra da alcuni esempi.

LA MOSTRA

Le cinque sezioni cui afferiscono le opere esposte prendono avvio dagli spunti biografici che culminano nello splendido Ritratto della madre nel costume della Val Varaita. Il percorso prosegue con soggetti di realismo sociale e scorci di una Dronero di acque e fucine, esaltando poi una serie di paesaggi delle Alpi Cozie. Fanno da contrappunto incontri e amicizie riversati in intensi ritratti e la spiritualità pervasiva in dialogo con scenari di montagna. Le vette, tema prediletto, esprimono la religiosità del pittore inscindibile dall’elevazione verso un Cielo che a grande altezza appare più vicino.

La scelta delle opere - in prevalenza dipinti e disegni - contribuisce ad arricchire la conoscenza della produzione, ingente e in via di riscoperta, custodita sia in collezioni pubbliche, sia in raccolte private. Numerosi inediti, provenienti per quanto riguarda il patrimonio artistico pubblico dalle Collezioni Civiche e dal Fondo Olivero dell’Archivio Storico della Citta? di Saluzzo, sono accostati a prestiti da dimore private anche geograficamente assai distanti dall’area meglio attestata di diffusione della pittura di Olivero. A tali inediti fa riscontro una selezione di dipinti noti che ricevono nuova luce dalla collocazione in rapporto ai soggetti e al metodo di lavoro cui l’artista affidava una poetica che sta riemergendo in tutta la sua complessità e che lo conferma tra i protagonisti della pittura non soltanto italiana dei primi tre decenni del Novecento.

GLI APPUNTAMENTI

Domenica 18 maggio, alle 17, incursione fotografica “A come Albero. Uno sguardo a 360° su un mondo (solo apparentemente) silenzioso” a cura del Movimento per la Decrescita Felice.

Sabato 31 maggio, alle 17, al Museo Mallé, cartella d’autore “Figure d’acciughe”, opera inedita Anciua fola di Ugo Nespolo.

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