Fine vita, sindaco testimonial
Teatro civico gremito di curiosi, apre lo sportello Dat

Nutrita partecipazione all'evento dedicato ai temi del fine vita, delle cure palliative e del testamento biologico. L’evento buschese, coordinato dall’associazione La Cura nello Sguardo, dimostra quanto sia sentita la necessità di affrontare questi argomenti, spesso considerati tabù.
Sul palco l’avvocato Michela Boero ha esposto in modo chiaro la differenza tra il Testamento Biologico (Dat) e la Pianificazione condivisa delle cure. Il tema della cure palliative è stato anche affrontato sotto l’aspetto emotivo e spirituale: don Luca Margaria ha rappresentato la malattia come una frattura dell’identità dell’individuo, un momento in cui il dialogo e la disponibilità possono “riparare" ed aiutare ad affrontare i momenti più difficili.
Punto di vista condiviso anche dalla psicologa Emanuela Pignata, che ha messo in luce come ci sia pudore nel confrontarsi con le parole legate alla morte che si cerca di nascondere, mentre ha dimostrato che con la consapevolezza il percorso del fine vita diventa più facile sia per il malato che per i famigliari.
Opinione condivisa anche dal dottor Motta, che ha affrontato l’argomento delle cure palliative dal punto di vista clinico mettendo in luce come molte volte vengono percepite in maniera distorta dai pazienti e dai loro famigliari.
Dicono gli organizzatori: «L’informazione serve per sfatare i falsi miti che circondano questo argomento, ed è la chiave per affrontare i momenti difficili, equipaggiandoci di strumenti che ci permetto di meglio affrontare la malattia e le conseguenze che ne derivano».