I libri che non t’aspetti selezione di letture speciali
Libri per le vacanze a cura di Angela Delgrosso

C’è un paesino nel Nord Ovest della Spagna, nei pressi di Valladolid, diventato méta turistica di grande interesse culturale. Si tratta di Urueña, un borgo di origine preromana, circondato da mura medievali, che conta non più di 200 abitanti, noto per essere la” Villa del libro” e considerato uno de «Los pueblos más bonitos de España». Questa piccola località, che rischiava lo spopolamento, ha saputo reinventarsi diventando nel 2007 il primo villaggio del libro di Spagna.
Attualmente Urueña conta 12 librerie specializzate e registra l’arrivo di oltre 20 mila turisti. Le librerie hanno salvato un paese, facendolo crescere economicamente.
A Saluzzo, la mia amata città, invece, negli ultimi vent’anni hanno chiuso i battenti tante librerie. Eppure si stampano sempre più libri, ma ahimè si legge sempre meno.
Che cosa si legge? Soprattutto libri che i media ci suggeriscono: libri di personaggi conosciuti e famosi, di scrittori di bestseller o vincitori di premi prestigiosi, di filosofi e psicologi in auge, di scienziati e storici venerati come divi.
Tutti bravi o quasi, ma quanti altri scrittori vengono ignorati? Mi riferisco in particolare agli autori del territorio, a coloro che nella loro vita non hanno potuto dedicarsi totalmente alla scrittura per semplici motivi di sopravvivenza, ma che hanno con quest’arte un legame molto stretto.
Ho avuto modo, grazie al mio centro culturale, di conoscere molti scrittori locali, di leggere le loro opere e di godere di buone e avvincenti letture. Vorrei, pertanto, approfittare dello spazio riservatomi su questa testata per portare all’attenzione del lettore alcuni libri, che ritengo possano essere apprezzati sia per l’argomento trattato che per lo stile narrativo, libri da leggere nelle vacanze.
“I Buonanima”
di Ernesto ChiabottoDi cosa parla questo libro? Lo dirò attraverso le parole dell’autore tratte da un’intervista sul Quotidiano piemontese: «I Buonanima sono semplicemente dei defunti che si ritrovano in vita, almeno apparentemente. Niente mostriciattoli verdi o bluastri assetati di sangue. Non sono spaventosi o cattivi, anzi».
«Quel che vogliono è soltanto reinserirsi nella vita del loro paese, con le loro famiglie, per chi ha ancora dei parenti; vogliono partecipare, far qualcosa di buono per tutti, migliorare la vita grama a cui erano abituati. Altro che zombie, negativi e violenti. Al contrario, sono positivi e gentili, pieni di voglia di fare, di entusiasmo, di progetti. Solo che non si rendono conto che lo fanno in modo un po’ bizzarro e a volte maldestro».
I Buonanima, come ogni libro che parla di morti, in realtà non fa altro che parlare, ancora una volta, della vita.
“Razza nostrana”
di Carlo BossoIl libro spalanca davanti agli occhi del lettore una galleria di alacri personaggi, che principiano anche prima del 1869, anno in cui nasce Don Horacio Bosso coetaneo del futuro Re d'Italia Vittorio Emanuele III e suo presunto fratello di latte, forse allattato dalla stessa nutrice, per arrivare fino alla contemporaneità attuale di un'Argentina che pare essersi per sempre liberata dalle dittature militari, anche grazie all'eroismo di Carlitos Bosso e della sua giovane sposa, Maria Isabel Salinas.
Sono pagine di elegante esposizione letteraria dei luoghi e delle genti dell'Argentina, e che traggono il modello niente meno che dall'aureo esempio di Wolfgang Goethe del suo Viaggio in Italia, ma che sorprendono per la loro vivida attualità e per l'innesto così curato e pertinente nell'epopea della emigrazione italiana nell'America, avvalorato con una specifica appendice di natura scientifica e statistica, nonché con un piccolo dizionario di luoghi e di modi dell'Argentina e con una veritiera rassegna fotografica ispirata ai contenuti del libro.
Oltre a questi libri, di lettura scorrevole, per chi ama la saggistica, suggerirei un libro appena uscito in versione bilingue:
“Le ultime lettere
di Adriano Lobetti-Bodoni”
di Diana Miklos PriottiLe lettere autografe di Adriano Lobetti Bodoni, discendente dell’illustre Giambattista Bodoni, furono spedite dal fronte nei primi mesi della Prima guerra mondiale, scoppiata in Italia il 24 maggio 1915 e conclusa vittoriosamente il 4 novembre 1918. Le sue lettere - raccolte dall’autrice, canadese di origini saluzzesi -, non solo raccontano i primi mesi di guerra in Italia, visti attraverso gli occhi di un giovane ufficiale che considera il momento bellico una naturale appendice della guerra risorgimentale, ma evidenziano la fierezza e l’orgoglio di chi combatte per la patria.
«Se io non esisterò più e se voi verrete, sentirò la vostra presenza e la vostra carezza, e vicino a me in infinite altre tombe fremeranno mille ossa, che sentiranno di dormire in casa loro, sotto lo sguardo dei loro cari, difese dall’odiato nemico da una generazione novella, che dal nostro sacrifizio avrà imparato ad essere forte e pronta, sempre ed ovunque, alla difesa dei propri diritti, dei propri vivi e dei propri morti!».
“Per i monti e per le valli”
a cura di Riccardo Marchina
Diciassette racconti che ci accompagnano in un coinvolgente viaggio letterario tra montagne, colline, valli. Storie estive che si dipanano tra luoghi celebri e altri meno noti, tutti di grande suggestività.
I libri sono compagni di vita e maestri. Avvicinarsi alla lettura vuol dire aprire la propria mente, acquisire padronanza di linguaggio, arricchire il lessico, educarsi ai sentimenti e alle emozioni, stimolare la fantasia, viaggiare con l’immaginazione, scoprendo mondi nuovi. A detta dei medici la lettura, così come la scrittura, ha degli effetti benefici sulla salute.
Un popolo che legge è destinato a essere libero, privo di preconcetti, autonomo nei pensieri, capace di discernere e difficilmente manipolabile.
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