Via la cittadinanza a Mussolini? Ecco i pareri dei politici saluzzesi il caso Entrambi i fronti per il no: atto inutile, la storia è già stata scritta

Via la cittadinanza a Mussolini? Ecco i pareri dei politici saluzzesi il caso Entrambi i fronti per il no: atto inutile, la storia è già stata scritta
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Ha suscitato varie reazioni tra le forze politiche cittadine, alla vigilia del “Mese di Resistenza”, il caso della cittadinanza onoraria conferita al Duce dal consiglio comunale cittadino nel 1924.

Nessun partito sembra comunque propenso a seguire l’esempio della giovane sindaca di Settimo Torinese, Elena Piastra, la quale ha deciso di revocare analogo provvedimento perché in contraddizione con la cittadinanza onoraria ora attribuita alla senatrice a vita Liliana Segre.

La maggioranza consiliare di “Insieme si può” ha diffuso, al riguardo, un comunicato.

«La cittadinanza onoraria conferita a Mussolini è già stata revocata e sconfitta dall’antifascismo, dalla nostra democrazia parlamentare e dalla storia. Saluzzo - è scritto - la condivide con centinaia di altri comuni ed è un atto ormai senza valore e decaduto con la morte del soggetto beneficiario. Quell’onorificenza - prosegue la nota - non è che la testimonianza del conformismo del periodo in cui si era (quasi) tutti fascisti. L’adesione  di massa a quel progetto politico, che costò la vita o immani sofferenze ai pochi oppositori, non si cancella né si ridimensiona con un atto formale».

«Infatti, come dice la senatrice Segre, dobbiamo rimanere vigili, non anestetizzare le nostre coscienze, continuare a fare memoria delle tragedie causate dal ventennio fascista. Noi l'abbiamo fatto in consiglio comunale conferendo la cittadinanza onoraria ad Angelo Boero, Lia Levi o, più recentemente, ricordando Isacco Levi, simboli e patrimonio della nostra collettività nella lotta antifascista e nella difesa dei valori democratici. 

Cancellare il passato - spiegano gli esponenti di “Insieme si può” - è impossibile, così come strumentalizzare il presente, che noi preferiamo invece vivere per quello che è, tenendo alta l’attenzione sulla democrazia e la libertà. Crediamo sia più utile fare memoria di ciò che è stato affinché non si ripeta e diffondere una cultura antifascista che non sia di carattere ideologico e neppure di maniera, bensì un antifascismo che sia cultura diffusa, condivisa, costituente. Sempre abbiamo ricordato la numerosa comunità ebraica saluzzese e la Lotta di Liberazione con iniziative istituzionali, ma anche lavorando di concerto con Anpi, Anei, Aned, altre associazioni e scuole per far conoscere ai giovani le storie, spesso drammatiche, di queste persone affinché diventino sempre più memoria collettiva, uscendo dalla dimensione limitata ed effimera del ricordo, nella speranza di aiutare il presente a non tornare passato. Mai più».

Per Forza Italia si tratta di una scelta ascrivibile ad un determinato periodo storico e quindi rivederla non avrebbe senso. «È una valutazione politica superata dal tempo. La revoca della cittadinanza - afferma il capogruppo e segretario Fulvio Bachiorrini - significherebbe cancellare un passaggio della storia saluzzese che, nel bene e nel male, è oramai un fatto storicizzato. È una forzatura non condivisibile che dimostrerebbe mancanza di equidistanza dai fatti storici di allora».

Più articolato il pensiero di Carlo Savio, capogruppo della formazione civica di centrodestra SiAmo Saluzzo.

«Sono contrario a queste iniziative - commenta Savio - chiaramente orientate  politicamente. Non si riscrive la storia e solo una parte e  tra l'altro solo ora. Tanto più che la cittadinanza onoraria a Mussolini - osserva - è stata data prima della dittatura, quando Mussolini era regolare capo del governo con la fiducia delle Camere, compresi liberali e cattolici. E la cittadinanza è stata attribuita dal consiglio comunale all'unanimità. E così in quasi tutta Italia. Se poi - aggiunge - si vuole riesaminare la toponomastica delle città e le varie cittadinanze onorarie facciamolo a 360 gradi coinvolgendo tutte le dittature. In realtà, il fatto è che queste iniziative fatte proprio ora si inquadrano in un disegno più ampio di delegittimazione democratica di Matteo Salvini e del centrodestra attuale, sostenendo che siamo di fronte all'anticamera del fascismo. Non sono un fan di Salvini né un suo elettore, ma non condivido per nulla questa impostazione. Lo so che la sinistra è terrorizzata dal perdere le future elezioni, ma deve usare a parer mio altri argomenti e altri mezzi».

Non si pronuncia invece Paolo Demarchi, consigliere comunale e regionale della Lega. «Non commento, grazie», si limita a rispondere.

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