Partita nei giorni scorsi, la campagna delle mele ha buone potenzialità per risultare positiva per i produttori, nonostante le diverse problematiche: la disponibilità sempre in calo di prodotti fitosanitari, il cambiamento climatico, la mancanza di uniformità a livello europeo e le continue tensioni globali che minacciano la stabilità del mercato.
Il quadro è fornito da Assomela che ha partecipato, come da consuetudine e insieme ai propri soci, alla tradizionale conferenza Prognosfruit che quest’anno si è tenuta ad Angers, in Francia.
Le stime di produzione per il 2025 indicano un raccolto di mele in Europa che anche quest’anno sarà inferiore al potenziale storico di produzione, e che è valutato a un totale di 10.455.000 tonnellate, un dato che quindi risulta sostanzialmente stabile rispetto allo scorso anno e inferiore del 7% rispetto alla media produttiva degli ultimi tre anni.
La previsione di produzione per l’Europa si mantiene in linea con il consuntivo dello scorso anno, pur evidenziando dinamiche diverse a livello nazionale. La Polonia registra una ripresa dopo la scarsa produzione del 2024, con una stima di 3.300.000 tonnellate (+3%). Incrementi significativi si osservano anche in Germania (+15%) e in Francia (+4%), così come in Repubblica Ceca e in Austria dove si tornerà a livelli normali, dopo l’ultimo anno di considerevole calo. Al contrario, a causa delle forti piogge primaverili, si prevedono cali produttivi in Spagna (-8%), Portogallo (-3%) e Grecia (-27%). In Scandinavia, la Danimarca mostra segnali di ripresa con un aumento del 14%, mentre in Svezia la produzione si mantiene stabile rispetto alla media degli anni precedenti.
Dal punto di vista qualitativo, grazie ad una fioritura generalmente abbondante e un’allegagione normale nella maggior parte dei paesi europei, si prevedono calibri leggermente superiori rispetto allo scorso anno, con un ritardo generalizzato della raccolta di circa una settimana.
Per l’Italia, la produzione totale è stimata in 2.248.025 tonnellate, con un calo del 3% rispetto allo scorso anno. A livello regionale, si registra un aumento della produzione in Trentino (+5%), mentre è previsto un leggero calo in Alto Adige (-3%) e nella maggior parte delle altre regioni. Particolarmente significativa la flessione attesa in Piemonte (-15%), che segue un’annata 2024 caratterizzata da rese elevate. In Veneto, la produzione dovrebbe diminuire dell’11% rispetto al 2024, anche a causa di danni provocati dalla grandine. L’Emilia-Romagna prevede un lieve calo rispetto al 2024 (-6%), così come il Friuli (-5%).
La produzione biologica in Italia è anch’essa in calo, con una diminuzione del 12% rispetto allo scorso anno. Con 164.099 tonnellate, rappresenta circa il 7% dell’offerta complessiva.
Circa le dinamiche varietali si segnala una crescita della Golden Delicious del 3%, che raggiunge una produzione di 688.326 tonnellate, recuperando dopo i livelli particolarmente bassi registrati nel 2024, ma ancora al di sotto del potenziale storico. In aumento anche le varietà protette (club), mentre le varietà tradizionali mostrano un calo generalizzato.
In particolare, la Red Delicious registra una flessione del 21%, attestandosi a 156.366 tonnellate: si tratta del livello più basso mai registrato per questa varietà. Sono previste riduzioni significative anche per la Gala (-7%) e per la Granny Smith (-16% rispetto al 2024). La Fuji perde terreno rispetto allo scorso anno (-3%), con una produzione stimata di 157.488 tonnellate.
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