Un episodio apparentemente marginale, ma che racconta bene il clima in cui anche la scuola rischia, a volte, di diventare campo di battaglia più che luogo di confronto. È accaduto al liceo Bodoni, dove lo studente Giovanni Caligaris, già vice presidente della Consulta provinciale degli studenti di Cuneo, ha denunciato un caso che lui definisce di “censura”.
Caligaris, studente dell’ultimo anno del Classico, candidato alle prossime elezioni della Consulta, ha lamentato la rimozione da parte della dirigenza scolastica di parte dei manifesti elettorali della sua lista “Progetto Bodoni”, affissi nei corridoi dei due plessi del liceo.
«Un atto di censura in sfregio alla libertà di espressione» sostiene, arrivando a invocare l’articolo 21 della Costituzione. In effetti, vedersi cassare tanto impegno non deve essere stato piacevole per il giovane studente.
Il dirigente scolastico Davide Laratore conferma di aver chiesto la rimozione delle locandine “dagli spazi non autorizzati”, ma respinge l’accusa di eccesso d’autorità. «Non c’è stato alcun richiamo formale, né toni aspri – precisa -. Ho incontrato Caligaris in corridoio per pochi minuti. Gli ho spiegato che i muri e le porte non sono spazi idonei, ma ho lasciato i manifesti sulle porte dei piani proprio per venirgli incontro. L’ho lasciato anche accanto alla porta del mio ufficio».
La questione, dunque, pare più di forma che di sostanza. Eppure, nelle ore successive, la polemica è uscita dai muri del liceo, trovando anche sui social toni irriverenti e poco rispettosi nei confronti del giovane candidato.
Segno che, talvolta, la passione civile può scivolare in un eccesso di protagonismo, e il dibattito – anche quando nasce da un principio condivisibile come la libertà di espressione – può degenerare in personalismi.
La vicenda lascia spazio a una riflessione più ampia. È positivo che ragazzi così giovani si impegnino, che conoscano le regole della rappresentanza e si confrontino con il senso della partecipazione.
Caligaris fu peraltro protagonista un paio di anni fa di una accorata e applaudita campagna per la salvaguardia della storica sede del liceo Classico, culminata in una petizione sottoscritta da oltre 2000 cittadini, tra cui moltissimi studenti, probabilmente anche da chi oggi utilizza impropriamente i social per sbeffeggiarlo.
Ma è altrettanto importante che da questo impegno non scaturiscano imitazione dei peggiori riti della politica “adulta”: le accuse, le contrapposizioni, la ricerca dello scontro a ogni costo.
Caligaris, va detto, nei mesi scorsi ha iniziato anche un’avventura politica, diventando responsabile cittadino di Gioventù Nazionale, il gruppo giovani di Fratelli d’Italia.
La scuola resta un luogo di dialogo, di educazione al confronto e alla misura. Non servono proclami né “nemici” da combattere, ma la capacità di discutere, di capire le regole, di proporre idee e di accettare i limiti imposti dal rispetto reciproco.
Nel rispetto delle parti, la lezione più importante che questa storia può lasciare non riguarda né la quantità dei manifesti né la rigidità delle bacheche, ma il valore delle parole e dei gesti. Perché la libertà di espressione si difende ogni giorno anche con il buon senso.