Nel percorso espositivo trovano posto anche due antiche mole d’arrotino risalenti all’Ottocento e provenienti dalla collezione Broard di Chastel, borgata di Pontechianale.
La vetrina del collezionista è un’altra delle novità di quest’anno. Una postazione riservata ai collezionisti della coltelleria occitana. Un luogo d’incontro dedicato a questa categoria d’appassionati che ha il merito di ricercare e raccogliere un patrimonio di ferri taglienti altrimenti destinato a disperdersi nel tempo e nello spazio. Modo, anche questo, di contribuire alla ricerca e conservazione della memoria e della cultura materiale delle valli di lingua d’Oc.
Lo spazio, aperto al pubblico, sarà quindi occasione di confronto, fuori dell’anonimato dei gruppi social, per tutti i collezionisti interessati a mostrare la propria raccolta, scambiare opinioni, informazioni e, ovviamente, vecchi e nuovi coltelli.
Completano questo itinerario tra lame storiche e la recente produzione dei migliori coltellinai provenienti da 12 Vallate Occitane del Piemonte, le dimostrazioni pratiche d’arrotino e di forgia rispettivamente tenute da Mario Peiretti di Oncino in Valle Po e dal maestro Alessandro Simonetti di Castellar in Val Roja.
OTTO RACCONTIL’incontro d’approfondimento col pubblico, lo scorso anno dedicato alle falci di Dronero in Val Maira, è fissato per le 10,30 nello stand di Espaci Occitan dove si parlerà degli Arrotini della Val Varaita e delle terre del Monviso.
Otto racconti, tra testimonianze, itinerari ed aneddoti, per evocare uno tra più antichi mestieri ambulanti delle Valli Occitane.
E’ la grande epopea degli arrotini fatta di tante piccole storie e dalla musica che tra l’800 e metà ‘900 ha accompagnato la lunga stagione di questa avventura. Le melodie dell’Alta Val Varaita si alternano ai canti di pianura, intonati nelle osterie delle terre del Monviso Al violino di Chiara Cesano ed al cantastorie Nino Montersino, accompagnato dal fisarmonicista Claudio Boglio, il compito di introdurre i vari interventi.
Ospiti dell’incontro condotto da Aldo Papa sono Pier Giorgio Pons erede di una illustre dinastia d’arrotini saluzzesi, Rosella Pellerino direttrice scientifica di Espaci Occitan, Almerino De Angelis storico occitanista e scrittore, Pietro e Simone Broard arrotini a Chastel di Pontechianale e custodi dell’antica tradizione locale, Guido Canepa ricercatore dell’Università di Torino e studioso del gergo degli arrotini di Bellino e dell’alta valle, Roberto Ellena sindaco di Frassino dove, in borgata San Maurizio è nato il Museo degli Arrotini, Mario Peiretti ultimo discendente degli arrotini di Oncino in valle Po nonché collezionista “involontario” di una preziosa raccolta di ferri taglienti di cui sveleremo i segreti.
E non mancheranno gli aneddoti e le curiosità. C’è la storia della monaca-arrotino che girava per i conventi di clausura con una curiosa mola a pedale, a forma d’armonium. E c’è il ricordo di un arrotacoltelli di Frassino dal carattere impossibile, chiamato “la Bestia”. Soprannome che è tutto un programma.
E c’è infine una racconto che riguarda Spirito Chapel, classe 1902 e arrotino in Chastel di Pontechianale, noto per la sua propensione ad alzare il gomito. Con tanto di disastrose conseguenze sul risultato dei lavori a lui affidati. Alle proteste dei clienti rispondeva canticchiando un disarmante motivetto di sua composizione: «La lama è venuta storta? E’ la mola che non va o è la testa dell’arrotino che non funziona?».