Da una lama di coltello può nascere un progetto capace di unire l’intero arco alpino occitano. È l’idea su cui sta lavorando Aldo Papa, già giornalista della Rai, appassionato di storia dei mestieri e ideatore di numerosi progetti culturali che intrecciano artigianato e memoria.Domenica scorsa, nell’ambito di Uvernada, ha promosso la settima edizione della mostra dedicata agli arrotini, ai coltellai e più in generale alle lame delle Alpi.
Ma il giornalista guarda già oltre: «Sto sviluppando tre percorsi per l’anno prossimo – spiega -. Il primo riguarda le lame di pietra, in particolare quelle di giadeite, databili tra il 6000 e il 2000 avanti Cristo. Un filo che unisce i ritrovamenti di pietra scheggiata dal Monviso a quella della Valle Gesso fino ai coltelli prodotti nei laboratori longobardi».
Un secondo filone esplora la raffigurazione di coltelli e strumenti del ferro nell’arte sacra, soprattutto nei cicli pittorici alpini. Il terzo immagina una mappa della metallurgia delle vallate, dalle cave alle miniere, dalle antiche fucine ai luoghi dove il ferro prendeva forma.
IL TESORO DELLE VALLI
Pur non essendo un’area mineraria di primaria importanza, sono decine le cave e le miniere di ferro e di altri minerali disseminati soprattutto nelle zone a quote più elevate nelle alte valli: da Bellino alla valle Po fino alla val Maira, dove ancora oggi sono visibili le aree di ricerca e raccolta del minerale ferroso.«Da questi spunti – sottolinea Papa -, l’obiettivo finale: una residenza permanente dedicata ai mestieri e alle arti del ferro, capace di mettere in rete esperienze diverse e riconoscendo in Saluzzo un punto d’incontro naturale, per storia, tradizione e centralità geografica, di un sapere antico, ma risorsa culturale e turistica per il futuro».
I LAVORATORI DI OGGI