Parco Monviso, un veto su Marengo jfpasdf fjpasufpaosui
La scorsa settimana, al vertice del Parco delle Alpi Marittime è stato designato Piermario Giordano, ex consigliere provinciale della Lega di Borgo San Dalmazzo.
Adesso il nuovo cda è operativo e nel pieno delle sue funzioni. Non così per quello del Monviso. Passato Natale, bisognerà attendere la Pasqua o giù di lì, visto che la matassa ancora non è stata sbrogliata.
In questo momento, il bilancio dell’ente avviene in esercizio provvisorio, con tutti i limiti che ne derivano.
Sono trascorsi quasi due mesi fa da quando i sindaci del territorio, a maggioranza e dopo travagliate vicissitudini, si erano espressi a favore del presidente uscente, l’agronomo verzuolese Gianfranco Marengo, dopo il passo indietro del sindaco di Villafranca Piemonte Marina Bordese.
Pare però che l’indicazione emersa nell’assemblea a ridosso delle festività natalizie non sarà tenuta in considerazione dal governatore Alberto Cirio, cui compete la nomina. Cirio non intende nominare un esponente del centrosinistra, per di più lo stesso designato dal suo predecessore, Sergio Chiamparino.
Marengo aveva ottenuto 8 voti, contro i 4 del sindaco di Sanfront, Emidio Meirone.
Questa volta il persistere di veti incrociati sta dilatando i tempi oltre misura.
Risultava esserci un accordo politico fra i tre partiti del centrodestra, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia: agli azzurri sarebbe toccato quello del Monviso, alla Lega quello delle Marittime.
Forza Italia, in un primo tempo, aveva messo sul tavolo due nomi: Marina Bordese, indicata dai sindaci di pianura, e Silvano Dovetta, sindaco di Venasca e presidente dell’Unione Montana Valle Varaita, indicato dagli amministratori delle due valli Po e Varaita col beneplacito dello stesso sindaco di Saluzzo, Mauro Calderoni.
Il nome della Bordese era poi stato ritirato dagli stessi amministratori che l’avevano sostenuta in prima battuta per convergere su Marengo allo scopo, nemmeno troppo velato, di stoppare la candidatura di Dovetta.
Qualcuno, nelle scorse settimane, aveva adombrato l’ipotesi di una fase di commissariamento per uscire dall’impasse, ma pare che manchino i presupposti giuridici. Cirio, cui spetta la nomina, temporeggia anche perché alle prese con un difficile rimpasto di giunta a seguito dell’arresto dell’assessore di Fratelli d’Italia, Roberto Rosso, a processo per voto di scambio politico-mafioso.
La Lega, forte dei 23 consiglieri a Palazzo Lascaris, alza il prezzo e il suo segretario regionale, Riccardo Molinari, tira per la giacca il presidente chiedendogli di imprimere al Piemonte “quell’altra velocità” promessa in campagna elettorale. Fonti leghiste assicurano che l’accordo sui Parchi con Forza Italia verrà rispettato.
A conti fatti, dunque, l’unico “papabile” forzista in campo resta Dovetta.
Resta da capire per quali ragioni Cirio non abbia finora voluto firmare il decreto di nomina.