Troppe nutrie? Mangiamole

Pubblicato:
Aggiornato:

Da “vergognosa mattanza” a “uso eccessivo di violenza”: queste sono solo alcune delle definizioni che sono state attribuite al piano di caccia dedicato alle nutrie. Il mammifero roditore, originario dell’America Latina, è stato introdotto in Italia negli anni ‘80 per la produzione del “castorino”, la pelliccia simil-castoro che andava particolarmente di moda verso la fine degli anni ‘80 e inizio anni ‘90. La crisi del settore, abbinata a un’ondata animalista che ha portato il settore pellicce a una forte battuta d’arresto, ha fatto sì che anche le nutrie non avessero più uno scopo e così sono state liberate in natura. Dalla Lombardia al Piemonte le nutrie hanno così proliferato raggiungendo un numero di esemplari che è difficile quantificare ma che, di anno in anno, sta causando problemi sempre più frequenti all’agricoltura.LA DEVASTAZIONE

Dall’aspetto buffo, il maschio può raggiungere fino a 9 chilogrammi di peso, la femmina poco meno. Non sono aggressivi se non sono provocati e sono completamente erbivori. Il problema è che scavano, dappertutto e in continuazione: interi raccolti vengono così rovinati dal loro passaggio mentre è sempre più frequente il crollo degli argini di bealere e fiumi visto che scavano gallerie larghe e profonde. Se fino a qualche anno fa i casi erano sporadici e quindi arginabili, oggi non è più così e la situazione inizia a essere importante.

A Villafranca la zona più colpita è quella della bealera del Mulino, il piccolo corso d’acqua che attraversa il paese, partendo dalle scuole di via Cavour e arrivando fino al Po nella zona in cui, un tempo, sorgevano il consorzio agrario e il mulino ad acqua. Gli argini della bealera sono una “gruviera”, come segnalano alcuni residenti, che si trovano con le nutrie davanti al cancello di casa o all’interno di orti e giardini.

«Le sponde della bealera, mai curate negli ultimi anni - racconta un agricoltore -, continuano a essere erose dall'azione dell'acqua, che pian piano continua a portarsi via fette di terra. A questo va sommata l'azione devastante che hanno le nutrie. Si è cercato, negli anni scorsi, di porre l'attenzione procedendo per gradi con i vari enti dai quali ci si sarebbe aspettata una risposta, senza esito alcuno. Il problema, oltre a non predisporre azioni concrete per allontanarle è che di fronte al parcheggio dei giardini Carando prolifera il cibo, gettato in continuazione nel corso della giornata, e con il quale non solo si rifocillano papere e anatre, ma le stesse nutrie, che ormai risalgono tranquillamente dall'acqua per unirsi al banchetto, quasi domestiche».

LE SOLUZIONI

Per risolvere il problema lo scorso anno la Città metropolitana di Torino ha attivato un piano di contenimento appoggiandosi ai cacciatori e coinvolgendoli in un corso per individuare le tecniche e gli strumenti più adatti. Nell’arco di qualche mese, il gruppo di cacciatori che coinvolge i territori di Villafranca, Castagnole Piemonte, None e Buriasco, ha abbattuto circa 150 esemplari. Un numero importante ma che è irrisorio se rapportato alle continue segnalazioni di nutrie sul territorio.

Ma c’è anche chi non è d’accordo. «Da quando il governo l’ha declassata da specie “selvatica” a “nociva” - scrive su Facebook l’ex-ministro Michela Vittoria Brambilla - è diventata il “nemico pubblico numero uno” di molti sindaci italiani e il bersaglio preferito di tante doppiette fuori stagione. Il che, lo confesso, me l’ha resa ancor più simpatica. Eppure le nutrie non sono venute a farci visita. L'uomo, a volte tanto imbecille quanto avido, le ha portate per ricavarne pellicce. Poiché i mezzi incruenti di prevenzione e contenimento non mancano - sterilizzazioni, reti anti-tane sugli argini, recinzioni elettrificate - l’entusiastico ricorso a quelli cruenti, tutti di comprovata inefficacia e alcuni già bocciati dai Tar, desta più di qualche sospetto: l'uomo dissesta il territorio e poi ne dà colpa alle nutrie che lui stesso ha importato».

PORTARLE IN TAVOLA

Tra le proposte di contenimento e di caccia “non fine a se stessa” è polemica per la proposta di mangiare le nutrie. Dal momento che sono esclusivamente erbivori, gli animali hanno un’ alimentazione più corretta rispetto ai polli che possono mangiare un po' di tutto se allevati a terra. In Argentina, per esempio, la carne di nutria è un piatto ricercato e da anni gli animali vengono regolarmente cucinati alla griglia. Un sindaco veneto ha così colto la palla al balzo proponendo l’istituzione della prima “Sagra della nutria”, tesi avvalorata da un gruppo di veterinari che hanno sottolineato come, se l’animale è in salute e non in zone di forte inquinamento, non ha alcuna contro-indicazione per la salute.

Archivio notizie
Novembre 2024
L M M G V S D
 123
45678910
11121314151617
18192021222324
252627282930