Agricoltura, preoccupano i blocchi e un generale calo dei consumi
Le norme sul coronavirus rischiano di ripercuotersi anche sul comparto frutticolo, perno dell’economia del nostro territorio.
«Al momento - spiega Carlo Lingua, imprenditore saluzzese che bene conosce il mondo dell’export - non si registrano problematiche particolari per l’esportazione della frutta anche se il sentore è che si vada incontro ad un calo di consumi. Il timore maggiore, in prospettiva, è che si determini un aumento dei costi dei trasporti. Si avverte inoltre - osserva Lingua - una percettibile quanto immotivata diffidenza che accentuerà ulteriormente la concorrenza, specie con gli Stati Uniti, che quest’anno hanno avuto un’annata da record per le mele. Problemi, se la situazione dovesse perdurare nel tempo - aggiunge ancora l’imprenditore -, potrebbero derivare sul piano locale per la manodopera stagionale straniera».
La Coldiretti, dal canto suo, chiede di eliminare i dazi e l’embargo russo per superare le difficoltà dell’emergenza. La principale organizzazione sindacale agricola rilancia la campagna #MangiaItaliano, denunciando la concorrenza sleale che ha portato taluni Paesi a richiedere insensate certificazioni sanitarie “virus free”, tanto da dover far attivare il ministero per gli Affari Esteri.
«Si deve tenere conto del fatto che quasi i due terzi (63%) delle esportazioni agroalimentari italiane interessano i Paesi dell’Unione Europea - afferma Roberto Moncalvo, presidente di Coldiretti Piemonte -. Tra i prodotti più esortati c’è sicuramente il vino. La frutta, invece, subisce ancora l’embargo russo per cui serve un intervento deciso dell’Unione Europea».
Per fronteggiare le pesanti ripercussioni che l’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus sta causando al comparto agricolo piemontese e all'immagine dei prodotti agroalimentari “made in Piemonte”, l’assessorato all'Agricoltura della Regione si è già attivato per individuare risorse finanziarie aggiuntive derivanti dai fondi europei, tramite il Programma di sviluppo rurale, e da fondi statali finalizzati a riabilitare l’immagine dell’agroalimentare italiano e nel caso specifico a difesa dei prodotti eccellenti piemontesi”