«Noi piccoli commercianti saluzzesi ora siamo la spina dorsale della città» viaggio tra gli esercenti del centro cittadino, aperti nell’emergenza

«Noi piccoli commercianti saluzzesi ora siamo la spina dorsale della città» viaggio tra gli esercenti del centro cittadino, aperti nell’emergenza
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Il commercio, anche quello fatto dai piccoli esercenti, diventa la spina dorsale del paese in questo difficile momento legato all’emergenza sanitaria.

Oltre alla grande distribuzione gli esercenti saluzzesi, che vendono beni di prima necessità, si sono attrezzati per seguire le regole. Muniti di mascherine e guanti fanno entrare i clienti in maniera contingentata nei negozi, uno al massimo due per volta, mentre gli altri aspettano fuori.

Per la grande distribuzione il problema di lunghe code si è rilevato soprattutto nel pomeriggio di venerdì 20 marzo, quando sembrava che una nuova direttiva ministeriale dolesse obbligare la chiusura totale dei supermercati la domenica (ricordiamo che i grandi centri commerciali che vendono generi alimentari sono obbligatoriamente chiusi).

Al Mercatò Extra di via Lattanzi e a quello di via Circonvallazione, soprattutto venerdì si sono viste lunghe file di persone hanno fatto la coda anche per un’ora in attesa di poter entrare a turni di 5 per volta. I negozianti che sono aperti ci raccontano come sta andando il lavoro in questi giorni.

LA MACELLERIA

Osserva Maurizio Bellucci della macelleria Isaia di via Spielberg: «Prima che venerdì uscissero le nuove disposizioni, molte persone venivano anche tutti i giorni solo per comprare una bistecca. Poi ci sono quelli che invece hanno fatto la spesa per la settimana».

LA TABACCHERIA

Sempre in via Spielberg Giuseppe Vada che gestisce l’omonima tabaccheria e rivendita giornali spiega: «In questo periodo è anche calato il consumo di sigarette. Rispetto a prima qualche cliente compra le stecche, ma la maggior parte acquista un pacchetto alla volta. Il monopolio ci rifornisce puntualmente, ma per noi non è facile fare gli ordini in quanto dobbiamo pagare tutto anticipatamente e non sappiamo quanto poi si vende. La stessa cosa vale anche per i gratta e vinci la cui vendita è calata di molto. Dal punto di vista dell’editoria - spiega il tabaccaio di via Spieberg - i giornali si vendono, c’è voglia di informazione, e ai miei clienti più anziani li consegno a domicilio. È aumentata anche la richiesta delle pubblicazioni di enigmistica. Mentre non essendoci le scuole aperte si vendono pochi giochi per bambini, figurine e caramelle.

LA PANETTERIA

«In quest’ultima settimana le persone che prima venivano ad acquistare il pane tutti i giorni sono diminuite, mentre tanti fanno una scorta anche settimanale. Sono comunque in calo le vendite rispetto a prima» dicono Vanna e Valter Perotto della panetteria di via Gualtieri.

IL NEGOZIO DI TELEFONIA

Alessandro Castelli e Carlo De Santis del negozio All Quality Tech di corso XXVII Aprile, che si occupa di vendita, assistenza e riparazione nel settore della telefonia e informatica spiegano: «I clienti preferiscono l'acquisto di un nuovo dispositivo, visto le loro esigenze più comuni, come lo smartworking, oppure scuola online. Eseguiamo l’assistenza online o telefonica per gli insegnanti, gli studenti e i genitori che ne hanno bisogno. Per i clienti di Saluzzo svolgiamo il servizio di ritiro a domicilio gratuito dei prodotti da riparare. In negozio siamo operativi seguendo tutte le precauzioni e lavorando in sicurezza».

IL SUPERMERCATO

Sebastiano Sapino, amministratore delegato dei supermercati Prestofresco: «Gestiamo una rete di circa 200 mila clienti a settimana distribuiti su tutti i nostri negozi. Abbiamo registrato una diminuzione delle presenze e un forte aumento degli acquisti. La gente viene di meno al supermercato, ma compra di più. La cosa positiva - continua Sapino - è che abbiamo assunto 72 persone con contratto interinale. In parte per sostituire le mutue, i dipendenti con patologie pregresse (che sono più a rischio) e i tirocinanti. Credo che il numero dei nuovi assunti salirà ancora, perché così riusciamo a garantire meglio i turni di riposo ai nostri dipendenti. Non condivido invece la scelta di chiudere la domenica i supermercati. Lo dimostra il fatto delle lunghe code di venerdì scorso quando la gente credeva imponessero la chiusura domenicale».

Sottolinea Sapino: «Ogni volta che si paventano questi annunci le persone si fanno prendere dal panico ed escono in massa a fare compere. Dato che già gli accessi sono contingentati, con pochi ingressi alla volta, se si lasciano gli orari normali la clientela si abitua e la situazione si normalizza in automatico».

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