Filiera agroalimentare Agrion in prima linea
La Fondazione Agrion di Manta non si ferma e continua la sua attività di ricerca, sperimentazione e coordinamento tecnico della gestione dei prodotti dell’ortofrutta piemontese. Gran parte del personale amministrativo si è organizzato in modalità smart-working, ma i tecnici e i ricercatori devono necessariamente proseguire le loro attività in campo, nel rispetto delle norme igienico sanitarie e di tutte quante le disposizioni previste dal decreto del governo.
Spiega il presidente Giacomo Ballari: «L’emergenza Coronavirus sta mettendo a dura prova numerose realtà sull’intero territorio nazionale con drammatiche ripercussioni sulla salute dei cittadini. Ma la filiera agroalimentare sta garantendo la produzione e l’approvvigionamento di beni di prima necessità alla popolazione. Noi siamo impegnati per darle una risposta adeguata, contribuendo a fare in modo che questa macchina continui ad avere un corretto funzionamento».
I centri ricerca coordinano i tecnici di base che garantiscono la capillare distribuzione dei consigli tecnici per la gestione e difesa delle colture: «Non ci possiamo permettere - osserva Ballari - che i patogeni chiave stagionali, non opportunamente controllati, mettano a repentaglio le produzioni con incalcolabili danni a tutto il comparto agroalimentare».
Altro obiettivo è la tenuta delle filiere produttive nel medio periodo. L’innovazione varietale e la sperimentazione di sistemi devono continuare ad aggiornarsi. Ad esempio, nell’azienda sperimentale di Manta sono state appena messe a dimora un centinaio di nuove varietà, potenzialmente migliorative dello standard coltivato, suddivise tra le differenti specie di fruttiferi presenti in regione.
Sempre nel centro ricerche di Manta sono state messe a dimora una decina di recenti cultivar di noce che andranno valutate attraverso collaudati protocolli sperimentali, mentre la “prova mandorlo” - che confronta le più recenti varietà - è stata allestita in doppio nell’azienda sperimentale di Manta e in quella di Carpeneto, nell’alessandrino, dove è ancora presente una storica tradizione nella coltivazione del mandorlo che merita di essere alimentata e rinnovata.