Bottano: «Aspettiamo di avere mascherine certificate e marchiate»
A seguito di numerosi post su Facebook, ma anche da richieste dirette, sulla donazione di mascherine “fatte in casa” a tutta la popolazione, il sindaco di Villafranca, Agostino Bottano, a sua volta affida al social le sue motivazioni. «Fin dal primo momento dell’emergenza, sia l’amministrazione comunale che la Pro loco, avrebbero voluto porre in essere questa azione di generosità, donando una mascherina di stoffa a tutte le famiglie villafranchesi. Molti Comuni l’hanno fatto, ed è ammirevole come iniziativa, e lungi da me valutare tale azione sociale atta a contrastare l’evolversi dell’epidemia: non ho competenze medico-scientifiche per esprimermi sull’utilità o meno».
«Se pur sia meglio indossare una mascherina di cotone piuttosto che niente - spiega Bottano -, in qualità di autorità sanitaria, non ho reputato responsabile da parte mia, fornire alla popolazione una protezione non marchiata, senza sapere quale protezione può avere e se è veramente efficace e utile contro il contagio. Mi sono anche documentato, venendo a conoscenza che le stesse mascherine marchiate e ufficiali, a seconda che siano FFP2 o FFP3, con filtro o senza filtro, devono essere usate solo ed esclusivamente ognuna per un’attività specifica, in caso contrario c’è il rischio di non efficacia della mascherina stessa. Lo stessa struttura ospedaliera, in merito alle dotazioni che doneremo, ha voluto giustamente la scheda tecnica per verificare, rispettivamente il grado di protezione, a quale reparto indirizzarle. Diverso è - sottolinea Bottano - se le mascherine vengono fatte in casa, oppure viene indicato chiaramente che non sono mascherine ufficiali, come hanno fatto altri Comuni, lodevoli per l’iniziativa».
Questo non vuol però dire che Villafranca ha accantonato l’idea di omaggiare le mascherine. L’amministrazione ha già interpellato un’azienda, che in questi giorni sta lavorando sulle mascherine marchiate.
«Credo che le mascherine protettive, in termini assoluti dovrebbero essere donate indistintamente a tutta la popolazione, ma dovendo fare una scala di priorità, in quanto non sufficienti per tutti, debbano essere assegnate prima al personale medico-sanitario che è più a rischio».