Grande imprenditore, grande persona
E’ il 1951 quando Domenico Beccaria, abile fabbro di Bene Vagienna padre di tre figli, decide di trasferirsi a Scarnafigi ed aprire una “boita”di lavorazioni meccaniche al servizio dell’agricoltura. Scarnafigi sarà la sua fortuna e lui sarà la fortuna di Scarnafigi.
Negli anni ‘50 la bottega si trasforma in una fiorente azienda, grazie all’acume ed intraprendenza di Domenico, passando dai tre lavoranti iniziali a circa un centinaio di addetti. Il colpo di genio è la messa a punto di un mulino a martelli, il famoso “invincibile”, che presto diventerà un attrezzo indispensabile per ogni azienda agricola del Cuneese e non solo.
In paese la Beccaria diventa sinonimo di lavoro per un mondo agricolo ricco ma con surplus di manodopera. Nel 1960 l’elezione a sindaco è quasi un plebiscito, ma purtroppo Domenico muore dopo appena tre anni.
Sulle spalle del figlio Renato, poco più che ventenne, si riversa un carico di responsabilità inimmaginabile, ma il ragazzo, col supporto della sorella Lucia Rosa, fin da subito dimostra di aver ereditato la tempra e la determinazione del padre, nella cui bottega era cresciuto e ne aveva assimilato l’esperienza e la maestria, sviluppando capacità gestionali e creatività.
Negli anni l’azienda è ancora cresciuta, convertendo l’attività dal settore zootecnico alla realizzazione di linee ed impianti per lo stoccaggio, il trasporto, la miscelazione di prodotti per svariati settori industriali in Italia e all’estero.
Tutto questo sempre mantenendo un profondo legame con la comunità scarnafigese, testimoniato dall’impegno della famiglia nell’amministrazione comunale, ma ancor più in un’inscindibile identificazione nel centro di socialità rappresentato dalla bocciofila, che fin dalle origini, 1964, porta il nome di Beccaria.
Renato è stato un grande imprenditore, ma anche una grande persona. Forse è stato proprio il suo carattere tanto fermo quanto comprensivo e tollerante a forgiare quella tipologia di conduzione aziendale dal volto umano che presuppone il consenso e la condivisione. Il primo sindacalista era lui, era lui il riferimento per ogni dipendente e per molte famiglie scarnafigesi.
Raramente mi è capitato di conoscere persone così unanimemente benvolute, ma questa è una verità assoluta e condivisa. Mai ho sentito una critica su Renato, anzi su di lui solo parole di elogio. Ma parimenti mai ho sentito Renato parlar male di qualcuno, sempre incline piuttosto a difendere e giustificare chiunque.
Renato lascia un vuoto enorme nell’azienda ma anche nell’intera comunità scarnafigese, che purtroppo non ha potuto nemmeno celebrarne le esequie e unirsi al dolore della famiglia. L’estremo lascito di una persona tanto generosa è proprio la famiglia, che riceve il testimone trasmesso a Renato dal papà Domenico.
Scarnafigi potrà contare ancora sul nome Beccaria, sui valori tramandati attraverso tre generazioni, che fin da quel lontano 1951 ne hanno permeato la comunità.