LA TESTIMONIANZA DEL SALUZZESE FABIO GARNERO «Sono guarito dal coronavirus ma ho vissuto un vero incubo»

LA TESTIMONIANZA DEL SALUZZESE FABIO GARNERO «Sono guarito dal coronavirus ma ho vissuto un vero incubo»
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Fabio Garnero dopo 25 giorni è guarito dal coronavirus.

Il cinquantenne saluzzese specializzato nel restauro di meridiane ha iniziato a sentirsi poco bene nella serata del 12 marzo.

Che sintomi accusava?

«Ho iniziato con un forte mal di schiena e dolori muscolari. Non ho avuto subito la febbre che mi è salita il pomeriggio successivo, accompagnata da tosse. Non riuscivo più a mangiare ma, al contrario di molti altri pazienti positivi al Covid che perdono il gusto, io lo avevo estremamente esaltato e tutto mi nauseava. Ho telefonato al medico di base che mi ha prescritto un antibiotico».

Quando ha iniziato a peggiorare?

«Da mercoledì 18. Ho chiamato il numero dell’ufficio di igiene dell’Asl. Ho spiegato che ero cardiopatico. Mi hanno detto di continuare con l’antibiotico che mi era stato prescritto. La febbre e i dolori sono continuati fino a domenica 22. Mia moglie Maria Grazia, preoccupata ha chiamato il 112».

Come è stato curato?

«Mi hanno misurato la saturazione, ovvero la quantità di ossigeno nel sangue e la pressione. Ma non mi hanno fatto il tampone. Io continuavo a stare male e lunedì mia moglie mi ha portato al pronto soccorso di Saluzzo dove è risultato che avevo una polmonite e il tampone positivo. Tornato a casa mi sono messo in quarantena, come i miei familiari. Giovedì mi è venuta una forte crisi respiratoria e sono stato portato in ospedale a Cuneo; poi, dato che non c’erano posti, nel reparto Covid di Ceva».

E i suoi familiari?

«È stato fatto il tampone anche a loro. Mio figlio Francesco (15 anni) è risultato positivo, mentre mia moglie, mio figlio Carlandrea (10 anni) e mia figlia Margherita (17) sono negativi. È stato angosciante il ricovero. Fortunatamente non sono stato intubato. Quando avevo le crisi respiratorie mi facevano la terapia con l’ossigeno assieme a quella antivirale. Sono stato dimesso il 5 aprile. Ora sono a casa con la famiglia, in quarantena. Spero che mio figlio Francesco venga fuori presto da questo incubo che ha colpito la nostra famiglia».

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