Il diritto al manifesto per i defunti

Per consentire la diffusione delle informazioni sui decessi in città, in conseguenza del divieto di spostamenti per l’emergenza sanitaria in atto, l’amministrazione comunale ha deciso che i necrologi, oltre che sui tradizionali manifesti mortuari esposti nei consueti punti di affissione, vengano pubblicati anche nella sezione “Saluzzo informa” del sito del Comune.

Forse l’amministrazione avrebbe dovuto prendere in considerazione anche l’eventualità di avvalersi della collaborazione dei giornali locali, considerato che non tutti, specie le persone non più giovani, si avvalgono dell’uso delle nuove tecnologie.

Ma a parte queste considerazioni, riteniamo che il mantenimento dei manifesti sia una scelta opportuna, a diversità di quanto deciso in altri Comuni. Infatti, alcune amministrazioni della provincia di Cuneo - è il caso ad esempio di Fossano e Mondovì -, non considerando quello dei “tilet” un servizio di prima necessità, hanno deciso di vietarlo.

Qualche sindaco ha addirittura imposto di rimuovere i manifesti già esposti adducendo come motivazione il fatto che “creano assembramento”. Francamente, ci è sembrato un eccesso di zelo. Passi che non si possa andare a trovare i nostri anziani nelle strutture assistenziali per evidenti ragioni.

Passi che non si possa rendere loro l’estremo omaggio e che sia impedito il funerale e per chi è credente la funzione religiosa di commiato.

Ma che si voglia anche negare il diritto alla “notizia” della morte, come fatto da talune amministrazioni del Cuneese, ci pare obiettivamente una limitazione oltre misura.

Quel manifesto con la foto del caro estinto affisso sui tabelloni nelle piazze e nelle vie dei nostri paesi fa parte delle nostre tradizioni, ha una funzione non dissimile da quella di un organo d’informazione.

Avanti di questo passo il virus metterà in forse le relazioni sociali, le libertà individuali più intime e, se non prevarrà il buonsenso, arriverà a minare anche la nostra stessa civiltà.