«Videolezioni, computer e calcio ecco come viviamo la quarantena»

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Passare dal vivere giornate intere fuori casa, tra scuola con i compagni, calcio al campo sportivo, un gelato con gli amici. E di colpo dire stop, tutti chiusi in casa, per due mesi. Se gli adulti possono uscire per la spesa o il lavoro, non altrettanto possono fare i ragazzi. Abbiamo chiesto ad alcuni quattordicenni della terza media di Moretta come vivono la loro “quarantena”.

Alessio R. di Villanova: «Cinquanta giorni in casa, una tragedia, ma partiamo dalle cose positive. In questo periodo ho imparato molte cose e sono migliorato nell’utilizzo del computer e… a Fifa con l’XBox. Sono figlio unico e mai come in questo periodo apprezzo il fatto di avere un cane che mi tiene compagnia. Mi manca la scuola, anzi, mi manca la classe: le videolezioni sono utili, ma non sono la stessa cosa della scuola. La cosa che mi fa arrabbiare e che certa gente esce ancora di casa senza motivo».

Ali A., di Moretta: «Ho cercato nuovi hobby per passare il tempo. Mi annoia il fatto che le giornate siano tutte uguali, con la stessa routine. La didattica a distanza non mi dispiace, anche se non è la stessa cosa delle lezioni in classe. Ciò che ha di positivo è che sto migliorando molto nell’uso del computer. Per fortuna posso svagarmi in cortile, a calcio, a ping pong, con mio fratello. Ma non vedo l’ora che questa situazione termini».

Ilan K., di Moretta: «Sto scoprendo attività praticamente ignorate fino a questo momento. Ad esempio fino a qualche mese fa non avrei pensato di immergermi in un libro di mia volontà. Naturalmente leggo quando ho tempo perché la didattica a distanza mi sta impegnando parecchio tra videolezioni e compiti. Per “staccare la spina” scendo in cortile a tirare due calci al pallone, anche se non è come giocare con i miei compagni di squadra».

Umberto N. di Villanova Solaro: «Passo la mia quarantena studiando e giocando, soprattutto ai giochi da tavolo. Non pensavo di trovare così interessante la didattica a distanza, invece apprezzo lo sforzo dei professori per cercare di farci sentire le scuola più vicina. Stando tutto il giorno a casa si è tutti un po’ più nervosi, e non nego che a volte mi arrabbio con mia mamma o mio papà che mi disturbano mentre faccio i compiti. Quando poi mia mamma passa l’aspirapolvere mi manda fuori di testa. Ma è anche vero che in questo periodo posso contare di più sul loro aiuto».

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