La casa di riposo di Sanfront cerca il ritorno alla normalità

La casa di riposo di Sanfront cerca il ritorno alla normalità
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Dopo un periodo drammatico, la casa di riposo di Sanfront torna a vedere un tenue raggio di luce in fondo al tunnel. La situazione contagi va sensibilmente migliorando e il ritorno alla normalità, pur se non imminente, non appare più una chimera.

C’è più tranquillità e serenità in tutti, anche se il livello di guardia resta alto. Sentimenti che traspaiono dalla consueta nota informativa che il presidente Silvio Ferrato pubblica sul proprio profilo Facebook.

Nei giorni scorsi sono stati fatti 28 tamponi di riscontro ad alcuni operatori che erano risultati positivi nel periodo di crisi. Per 4 di loro si trattava già del secondo tampone con esito negativo: potranno tornare in servizio. Alcuni altri sono risultati positivi, per cui occorreranno ulteriori giorni di riposo. Per altri ancora i test hanno dato verdetti contrastanti (ecco l’unica fonte di preoccupazione) e sono stati ripetuti: esiti previsti a metà settimana. Si confida quindi che altri 10 operatori siano pronti a tornare in servizio, ricostituendo così buona parte dell'organico.

Sempre giovedì sono stati effettuati gli ultimi 33 tamponi agli ospiti, che ci consegnano il dato di 23 positivi su 57, ma senza febbre o altri sintomi preoccupanti se non per le patologie pregresse. Due dei sei ricoverati negli ospedali hanno già fatto ritorno in struttura, altri hanno ripreso le visite specialistiche per le loro problematiche e si cerca di riprendere la normale vita di una Casa di riposo, mentre continua, ogni giovedì sera la sanificazione di tutti gli spazi comuni. Quando si libera una camera un operatore provvede a igienizzare il locale con l’apposita pistola atomizzatrice e una soluzione a base di cloro.

Dopo le polemiche dei giorni scorsi sui tamponi “spariti”, Ferrato ha scritto una nuova missiva per scusarsi «se - dice in prima persona - a volte ho usato metodi bruschi e poco istituzionali» e per ringraziare il dottor Airale, presidente della Commissione di vigilanza, il dottor Peiretti, presidente dell'Uvg, il dottor Tesio dell’Unità di crisi regionale, il dottor Ghigo, direttore del Distretto di Saluzzo, il dottor Montù, la dottoressa Barberis e la dottoressa Murialdo del Sisp di Saluzzo, la dottoressa Riolfi (direttore sanitario della struttura), il dottor Roasio (responsabile di struttura) e il personale dell’Asl di Saluzzo.

«Tutti insieme - scrive Ferrato - abbiamo creato le sinergie necessarie e abbiamo cercato, integrando le nostre rispettive competenze, di ottenere un obiettivo non dato dalla semplice sommatoria dei risultati singoli, ma molto di più. Abbiamo creato un coinvolgimento attivo, che ci ha permesso di lavorare assieme, sostenendo positivamente i nostri interventi anche in situazioni pesanti e frustranti, creando un clima favorevole, aumentando la motivazione e la soddisfazione attraverso una condivisone di un metodo di lavoro mai sperimentato prima, che costituirà senza dubbio una crescita professionale e personale per tutti».

Sempre il direttore non fa mistero dei problemi riscontrati: «Purtroppo, tutti abbiamo sperimentato sul campo che il sistema attuale ha falle e mancanze notevoli, che solo le persone, tutte insieme, possono provare a colmare».

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