L’edicolante: «Due mesi in prima linea Ecco come è cambiata la mia città»

L’edicolante: «Due mesi in prima linea Ecco come è cambiata la mia città»
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Dalla vetrina della sua edicola in via Pellico, Massimiliano Cordeddu ha continuato a lavorare, ogni giorno, anche durante l’emergenza sanitaria. Sono passati solo due mesi da quel 10 marzo in cui è scattato lo stop alle attività, eppure sembra ormai passato remoto.

Allora, come è andata finora?

«Di colpo mi sono sentito catapultato in un luogo spettrale. Nelle prime due settimane non si vedeva nessuno in giro. Soprattutto al pomeriggio, quando la mia edicola era méta di bambini a caccia di figurine, giornalini e piccoli giocattoli. Spariti tutti».

Le edicole hanno continuato a restare aperte, cos’è cambiato?

«Si è venduto qualche quotidiano e qualche settimanale in più. Ma abbiamo perso tutta la vendita del pomeriggio, che si basava sui ragazzi. Così molti, me compreso, abbiamo cambiato orario di apertura. Oggi apro alle 6,30 e chiudo alle 13,30; al pomeriggio non riapro».

Lunedì è scattata la fase 2. Ha notato differenze?

«Il primo giorno no, ora invece si vede più gente in giro. A fare la differenza è stata la riapertura del mercato, che ha portato un po’ di movimento. Torneremo pian piano alla normalità, ma nulla sarà più come prima».

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