Calderoni: dehors nei parcheggi E per l’estate sorprese in arrivo intervista Questi due mesi di emergenza a Saluzzo: parla il sindaco

Calderoni: dehors nei parcheggi E per l’estate sorprese in arrivo intervista Questi due mesi di emergenza a Saluzzo: parla il sindaco
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Sindaco Calderoni, sono passati due mesi dall’inizio della pandemia. Da quel che lei vede, come sta vivendo la città questo difficile momento?

«Mi pare che la comunità abbia reagito decisamente bene, rispettando con grande senso di responsabilità le indicazioni di Governo e Regione. Con impegno e dedizione è stato fatto ogni sforzo per adattarsi all’emergenza in tanti ambiti: ospedale, Tapparelli, Croce Verde, Protezione civile, uffici comunali, forze dell’ordine, le attività che hanno modificato modalità e tempi di lavoro e garantito consegne a domicilio e poi il mondo del volontariato per non dire delle ingenti donazioni di tanti saluzzesi. Ora serve impegno ed equilibrio anche nella fase 2».

Saluzzo è una città di servizi, messi a dura prova da un lungo periodo di chiusura delle attività produttive. Che cosa sta facendo l’amministrazione per cercare di ovviare, almeno in parte, alla situazione?

«Intanto si è cercato di mantenere la macchina amministrativa operativa efficiente ed in sicurezza per garantire l’attività ordinaria e svolgere in velocità ed efficacemente ogni intervento straordinario in questa lunga fase d’emergenza. Abbiamo bloccato i parcheggi blu, sospeso la Ztl e rinviato ogni pagamento verso il comune fino al 1° ottobre per non gravare su famiglie e aziende già minate dalle conseguenze della pandemia. Un altro aiuto concreto fornito alle persone più colpite dalla crisi sono stati i buoni alimentari che abbiamo incrementato di 53 mila euro grazie alla generosità dei saluzzesi che ci hanno sostenuto con le loro donazioni».

Esercizi pubblici, barbieri, pettinatrici, centri estetici chiedono di poter riaprire al più presto. C’è qualche iniziativa concreta per loro?

«Il dialogo con i rappresentati delle categorie economiche è stato costante in queste settimane, per ascoltarne le preoccupazioni e condividere le prospettive. Tempi e modi della ripartenza non dipendono dai comuni, ma gli uffici sono al lavoro per imbastire semplificazioni procedurali e agevolazioni tributarie».

Una concreta richiesta arriva dagli esercenti per l’ampliamento dei dehors. Sarà possibile?

«L’allargamento dei dehors non è un problema, ma un’opportunità per recuperare almeno in parte la capienza che potrebbe venir ridotta a causa delle regole di sicurezza che dovrebbero venire introdotte. La conformazione urbanistica della città e la sua viabilità facilitano senz’altro questa ipotesi e laddove non ci fosse spazio pedonale pensiamo di utilizzare i parcheggi».

Il blocco degli eventi, culturali e commerciali, rischia di protrarsi per tutto l’anno: ci saranno problemi per la vocazione turistica di Saluzzo

«Al momento non si sa fino a quando durerà il blocco, ma non mi pare di aver letto di prolungamenti fino a fine anno. Certo le attività di somministrazione, quelle turistiche e culturali sono tra quelle che faticheranno a trovare delle modalità di esercizio compatibili con le fasi 2 e 3. Intanto però i servizi alla persona e le due fondazioni culturali cittadine sono al lavoro per trasferire online la gran parte di ciò che era in programma e già dai primi tentativi l’interesse ed il gradimento del pubblico sono incoraggianti. Per l’estate poi non tutto si potrà confermare, ma qualche buona idea è già in cantiere».

Manca poco all’inizio della raccolta frutta. Ci sono stati svariati incontri per cercare di trovare soluzioni. A che punto è la situazione?

«Venuta meno la possibilità di allestire le accoglienze pubbliche, che rischiavano di trasformarsi in focolai, si lavora per stimolare l’accoglienza in azienda sia attraverso semplificazioni procedurali (la legge Allemano è un ottimo strumento, ma per applicarla i comuni devono integrare il regolamento edilizio), che contributi economici per cui la Regione dovrebbe già aver stanziato 97 mila euro. Altro elemento nuovo è la piattaforma regionale per l’incontro domanda ed offerta di lavoro. È evidente che almeno quest’anno le comunità locali non possono restare sole ad affrontare la questione. Come consiglio comunale, inaspettatamente all’unanimità, abbiamo ricordato alla Regione che ha importanti responsabilità in questa vicenda. Come sindaco ho anche allertato Prefettura, Asl e Protezione Civile. Tutti avvisati quindi e se qualcosa andasse storto nessuno potrà dire che non sapeva».

Con la Regione quali sono i rapporti? Il Saluzzese ha un proprio rappresentante a Palazzo Lascaris, Paolo Demarchi, consigliere regionale della Lega. C’è interlocuzione con lui oppure la diversa collocazione politica rende difficile il dialogo?

«Col presidente Cirio ci siamo sentiti in diverse occasioni. Siamo su posizioni diverse in molte questioni, ma si è dimostrato abbastanza disponibile. Anche l’assessore Icardi è attento alle sollecitazioni degli enti locali. Demarchi invece mi pare fatichi a rivestire il doppio ruolo di consigliere regionale e comunale: è poco incisivo e piuttosto ostile. Eppure il Saluzzese, con lui e la Lega così forte, dovrebbe avere ampio spazio in questa maggioranza regionale».

L’ospedale di Saluzzo è diventato uno dei presidi cardine per il Covid 19 in ambito provinciale e non solo. Paradossalmente, nel momento in cui sembrava dovesse essere smantellato, si è constatato essere una struttura preziosa. Ora che ne sarà?

«Si parlava di chiusura? Non mi risulta. Già prima dell’emergenza Covid l’ospedale aveva assunto il suo ruolo di polo territoriale al centro di una fitta rete di punti locali di erogazione di servizi oltre che una struttura orientata alla day e week surgery. Anche la ventiloterapia aveva finalmente trovato una sua definizione (e per fortuna perché questa competenza è più utile che mai). Del Pronto Soccorso è ormai chiaro che non se ne possa fare a meno. Stavamo inoltre lavorando a una maggior sinergia con Cuneo, un po’ sulla scia della convenzione per gli interventi di ricostruzione mammaria, proprio quando è scoppiata l’emergenza. Lo stesso vale per i lavori di ristrutturazione del “Piano Magni”, stoppati causa pandemia».

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